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Zooantropologia: gli universali

Nonostante le differenze culturali e linguistiche, mostrando espressioni facciali diverse, all'interno di ogni cultura vengono identificate le stesse emozioni.

Paul Ekman, studioso delle emozioni, di come siano state essenziali nell'evoluzione, ha studiato le espressioni facciali delle emozioni e cambiamenti corporei.
Se assumi intenzionalmente un'espressione facciale, la fisiologia cambia.
Se assumi la giusta espressione, cominciano i cambiamenti fisiologici che accompagnano l'emozione.
La faccia non è soltanto un mezzo per manifestare l'emozione, ma anche per attivarla.

Cambiando volontariamente l'espressione facciale si ha anche un effetto sul sistema involontario.

in altre parole il semplice fatto di modificare la faccia, portandola nella posizione di sorriso, attiva nel cervello azioni che sono tipiche della felicità.

Le nostre scoperte mostrano inoltre che in gran parte degli individui il sistema emotivo è unificato e cioè non frammentario. 

Non è possibile che ci sia una grande espressione ed una reazione fisiologica ridotta. 

Le varie parti del pacchetto emotivo si presentano insieme e le differenze non si limitano ad una solo emozione.

Un altro elemento interessante è la differenza tra espressione volontaria ed involontaria scoperta da un neurologo francese (G. Duchenne).
sorriso autentico, per esempio, i muscoli attorno agli occhi tirano su le palpebre e questo movimento avviene solo se l'emozione è genuina.
Ekman ha tentato di distinguere diciotto forme diverse di sorriso...

Cosa accade quando proviamo un'emozione?
Un'emozione può insorgere molto rapidamente, può iniziare in una frazione di secondo, un secondo tratto distintivo è la valutazione immediata dell'emozione.
La valutazione che attiva una certa emozione è così immediata che non ci accorgiamo nemmeno di farla.
Diventiamo consapevoli di provare rabbia, paura ecc. solo dopo che è iniziata non prima.
Il momento in cui prendiamo consapevolezza accade mezzo secondo dopo l'inizio dell'emozione mai prima ( via alta).

Gli umori non sono compresi nell'elenco, sono diversi dalle emozioni soprattutto per la durata. Gli umori sono prodotti da cambiamenti interni che non hanno alcun rapporto con quanto ci sta accadendo dall'esterno.

Un altro punto importante è considerare che l'emozione ci rende schiavi:

è quello che chiamiamo periodo refrattario quando siamo in preda ad una emozione, durante il quale non entrano altre informazioni o, se entrano, la nostra interpretazione è talmente prevenuta da farci vedere il mondo in modo da sostenere l'emozione che stiamo provando.

Perché riusciamo ad arrabbiarci di più di un sopruso (per esempio in macchina) piuttosto che di qualcosa di notevolmente più grave sul lavoro?

Bisogna risalire al tema evoluzionistico della rabbia, (qualcosa che ti ostacola il raggiungimento di un qualcosa che stai tentando di fare).

L'esperienza della macchina che ti passa davanti è molto più vicina al tema di essere ostacolati e per di più accade fisicamente.

Così, sebbene sia irrilevante, non è irrilevante rispetto a quanto è stato immagazzinato nel nostro cervello.

Sistema immunitario per le emozioni negative
Se il sistema immunitario è sano, anche nel caso di esposizione a possibili malattie, ad esempio un raffreddore, le probabilità di superarle sono molte alte.

Se invece il sistema immunitario è debole, ci si ammala più facilmente e le possibilità di guarire sono inferiori.

 

Tratto da appunti del corso di laurea T.A.C.R.E.C., Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa;
Prof.sa Grazia Guidi, Dipartimento di Clinica Veterinaria - anno accademico 2007/2008.


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