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Il punto di vista della vita

Vecchia storia indiana:

A cinque ciechi viene chiesto di descrivere un elefante:
Il primo tocca le zampe e dice che l'elefante è come un tempio e queste sono le colonne;
Il secondo tocca la proboscide e dice che è un serpente.
Il terzo tocca la pancia del pachiderma e dice che è come la montagna;
Il quarto tocca un orecchio e dice che è come un ventaglio;
Il quinto, tocca la coda e dice che è come una frusta.


Cosa vuol dire?

Ogni definizione ha qualcosa di giusto, ma l'elefante non viene fuori...

La scienza ha i suoi limiti perché se una descrizione scientifica di un elefante viene fatta da un fisico, da un chimico, da un biologo o da uno zoologo è nella sostanza ridicola quanto quella dei ciechi.

Il superamento dell'antropocentrismo non indebolisce la posizione dell'uomo rispetto alle altre specie, ma è una dimostrazione della sua superiorità e una garanzia della sopravvivenza della vita.

Sono vita che vuole vivere in mezzo a vita che vuole vivere (Albert Schweitzer).

L'attitudine verso la vita degli altri esseri viventi dipenderà dal modo con cui concepisco la mia stessa vita.

L'idea che la vita dell'uomo sia più importante di qualsiasi altra appare un miserabile pregiudizio, la conseguenza dell'ignoranza e la radice di ogni errore. L'etica deve emanciparsi dal presupposto che solo le relazioni tra gli esseri umani siano di sua competenza. La vera etica è la comprensione di ogni vita.

Nella nostra società il rapporto con gli animali è diventato difficile.

La zooantropologia si sforza di comprendere fino a che punto l'uomo possa vivere escludendo una relazione affettiva di qualche genere con gli animali.

La posizione schizofrenica dell'uomo contemporaneo deriva da una suddivisione artificiosa tra animali che possono essere uccisi per la loro carne e animali che godono molti privilegi.
Ai primi è tolta loro animalità: essi sono soltanto delle cose, inserite in un personale ciclo di produzione alimentare di cui l'uomo non può farne a meno.

Ai secondi (cani e gatti ecc) viene attribuito lo "status" di essere umano a tutti gli effetti.
Oggi persino una legislazione severa punisce coloro che commettono maltrattamenti verso qualsiasi animale salvo poi l'ipocrisia di consentire che milioni di animali siano costretti a vivere in condizioni di cattività per risolvere un "problema"alimentare dell'uomo.

Un conto è pensare di essere sulla strada giusta...

Un altro è credere che la nostra strada sia l'unica...(Coelho).

 

Tratto da appunti del corso di laurea T.A.C.R.E.C., Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa;
Prof.sa Grazia Guidi, Dipartimento di Clinica Veterinaria - anno accademico 2007/2008.


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