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Patologie del sistema nervoso

Le alterazioni del sistema nervoso sono molte e di complessa identificazione.

Spetta quindi al veterinario una diagnosi precisa di sede di natura della lesione.

I segni che più frequentemente possono essere presenti in corso di alterazioni neurologiche sono rappresentati da:

Alterazioni dello stato mentale: lo stato mentale e il comportamento si valutano osservando come l’animale si relaziona con l’ambiente e con le persone, considerando tutte le variabilità fisiologiche legate a razza, età e indole. Un animale con stato mentale normale viene definito come vigile e rispondente agli stimoli ambientali in maniera normale, in relazione alla sua età, specie, razza e indole. Uno stato mentale alterato può presentarsi con uno dei seguenti aspetti:

  • Depresso: L’animale è sveglio ma iporeattivo ai normali stimoli ambientali. É importante ricordare che la depressione non è segno specifico di patologia cerebrale e può verificarsi anche in presenza di altre patologie sistemiche (febbre, anemie, malattie metaboliche …).

  • Stuporoso: L’animale tende a dormire, non risponde ai nomali stimoli ambientali ma può essere destato da stimoli di forte intensità. Tanto maggiore è la gravità dello stato stuporoso in cui si trova l’animale, tanto maggiore sarà l’intensità della stimolazione necessaria a risvegliarlo.

  • Comatoso: L’animale non è cosciente, e non viene destato neanche da stimolazioni dolorose. Nella maggior parte dei casi lo stato stuporoso e comatoso derivano da lesioni del tronco encefalico, ma possono derivare anche da gravi lesioni diffuse a tutta la corteccia cerebrale.

  • Delirio: L’animale è iper-attivo, iper-reattivo e risponde in maniera inappropriata agli stimoli esterni.

Alterazioni della postura: La postura, ovvero la posizione del corpo nello spazio, si valuta attraverso un’attenta osservazione. Fra le alterazioni posturali di più frequente riscontro ricordiamo:

  • Testa ruotata (Head Tilt): è l’inclinazione della testa da un lato. L’asse sagittale mediano della testa è inclinato (ruotato) da un lato per cui un orecchio è situato più in basso dell’altro.

  • Testa ruotata e deviata: generalmente associata a Pleurototono ed a un’andatura che tende a descrivere dei cerchi sempre dallo stesso lato (Circling).

  • Pleurototono: la testa, il collo e il corpo sono deviati da un lato, l’asse della colonna vertebrale è incurvato in modo che un lato del corpo ha andamento concavo e l’altro convesso.

  • Testa abbassata: associata a collo rigido ed esteso, generalmente si osserva in corso di patologie che provocano dolore cervicale.

  • Ventroflessione della testa e del collo: si osserva soprattutto nel gatto, e generalmente è sintomo di grave debolezza neuromuscolare.

  • Aumento della base d’appoggio: generalmente denota un deficit dell’equilibrio.

  • Dorsiflessione del piede (Knuckling): è l’appoggio spontaneo sulla superficie dorsale dell’estremità distale dell’arto. Tale postura indica un deficit della propriocezione cosciente.

Alterazioni dell’andatura: l’esame dell’andatura è già stato preso in considerazione a proposito dell’apparato locomotore. Un’andatura non fisiologica può essere dovuta ad alterazioni definibili come atassia o incoordinazione: è un problema di mancata sincronia dei movimenti.
paralisi o plegia, che è una perdita totale della funzionalità motoria.
paresi, che è una diminuzione di vario grado della funzionalità motoria.
Si possono ulteriormente distinguere una monoparesi/plegia se è coinvolto un solo arto, paraparesi/plegia se è coinvolto il solo treno posteriore, emiparesi/plegia se è coinvolto il bipede ds o sn, tetraparesi/plegia se sono coinvolti tutti e 4 gli arti.
Spondilopatia cervicale caudale (Wobbler syndrome) Con il termine di Wobbler syndrome si indica un complesso di manifestazioni derivanti da un fenomeno di compressione a carico del midollo spinale cervicale, riscontrabile nelle razze canine di grossa taglia. Tale compressione midollare può derivare da una malformazione delle strutture ossee o malarticolazione scheletrica (anomalia articolare) che circondano il midollo spinale, da strutture normali, ma anormalmente allineate (instabilità vertebrale) e/o da entrambe queste situazioni, come anche può derivare da alterazioni patologiche dei legamenti. Le conseguenze sono disturbi della locomozione e turbe neurologiche. La gravità delle malformazioni o del cattivo allineamento determina il grado di compressione e dunque l’intensità dei sintomi. Oltre alle anomalie strutturali, l'estensione o la flessione del collo, possono provocare o alleviare la compressione del midollo cervicale. La malattia pur essendo tipica degli Alani e dei Dobermann, ovvero di razze a "collo lungo", è stata descritta in numerose altre razze di grossa taglia (Bassethound, Bobtail, Dalmata Fox Terrier, Chow Chow, , Golden Retriever, Montagna dei Pirenei, Pastore Tedesco, Rhodesian Ridgebach, Rottweiler, Schnauzer gigante, Setter Inglese, Weimaraner) e più di frequente nei soggetti maschi. La Wobbler syndrome è caratterizzata di solito da una paresi e da un'andatura barcollante ad insorgenza insidiosa, più spesso a carico del treno posteriore. Nei soggetti affetti, si può riscontrare una iperflessione od una iperestensione del collo, un'andatura rigida sugli arti anteriori ed un trascinamento delle unghie. I deficit neurologici conseguenti alla patologia possono comprendere una sintomatologia che può manifestarsi da una modesta atassia fino alla tetraparesi. La diagnosi della patologia può essere confermata dall'esame neurologico e mediante radiografie con mezzo di contrasto (mielografia). La prognosi è strettamente correlata alla gravità dei deficit neurologici riscontrati, dal grado e dalla natura della compressione midollare.
Mentre le lesioni della Wobbler syndrome colpiscono esclusivamente le vertebre cervicali, i disturbi della locomozione si concentrano soprattutto sul treno posteriore. Il cane è paretico agli arti posteriori, cioè presenta un inizio di paralisi che gli permette di muoversi, ma vacillando. Mantiene il torso arcuato e il treno posteriore abbassato. La testa spesso è flessa, e si può riscontrare dolore alla manipolazione. I muscoli delle spalle sono spesso atrofizzati. I sintomi possono aggravarsi rapidamente nel giro di qualche settimana, ma il più delle volte, l’evoluzione è lenta e si protrae per diversi mesi. Possono anche apparire improvvisamente in seguito a un trauma che vada ad aggravare l’instabilità cervicale o a ledere un disco intervertebrale, oppure in seguito a lesioni provocate da movimenti di iperflessione o di iperestensione. In alcuni casi, il quadro clinico si aggrava e il cane passa da un’andatura difficile e squilibrata ad una tetraplegia.
Il trattamento medico mira a ridurre la compressione e a far regredire i sintomi neurologici. Si possono somministrare degli antinfiammatori associati al riposo ed all’applicazione di un collare lungo e rigido, il cui scopo è quello di immobilizzare il collo e la parte anteriore del torace utilizzando delle stecche o delle resine speciali. In rari casi, i risultati possono essere soddisfacenti.
Questo procedimento tuttavia, non impedisce la compressione midollare né l'evoluzione del problema. Pertanto il trattamento medico è riservato ai casi in cui esistono precise controindicazioni all’intervento chirurgico.
Il trattamento chirurgico è aggressivo e i risultati non sono costanti. Tuttavia, rimane la sola speranza di guarigione definitiva. Esso mira a decomprimere il midollo spinale e a stabilizzare le vertebre cervicali colpite. Le tecniche utilizzate sono numerose. Esse variano in funzione del tipo di lesione e dell’animale e può essere necessario usarne diverse contemporaneamente.
L'intervento chirurgico avrà molte più probabilità di riuscita a patto che i sintomi non siano troppo avanzati e le lesioni del midollo troppo gravi o persino irreversibili.
Di qualunque tipo sia la tecnica utilizzata, il decorso post-operatorio è spesso molto impegnativo, sia per il proprietario, sia per l’animale. Anche se il cane riesce muoversi da solo dopo l’intervento, per un primo periodo, l’attività fisica deve essere ridotta, dopo di ché, per un periodo che va da qualche settimana a qualche mese, gli si potrà permettere un esercizio fisico controllato.
L’immobilizzazione è indispensabile per un determinato periodo, in funzione della tecnica chirurgica impiegata. Positivi per il recupero sono i massaggi e il nuoto. Spesso i cani dopo l’intervento, si rifiutano di muoversi o non possono farlo poiché sono infermi. In questo caso, il decorso post-operatorio è problematico. E' bene sistemare il cane su dei materassi o delle superfici imbottite regolarmente pulite e ben asciutte.
I casi cronici a evoluzione progressiva recuperano meno bene rispetto a quelli la cui evoluzione o aggravamento si siano prodotti in un breve periodo. I cani paretici hanno più possibilità di recupero rispetto ai paraplegici. Nei casi di compressioni multiple, le possibilità di un buon recupero sono più limitate.

Tratto da Appunti del Corso T.A.C.R.E.C. - Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa
Professor Mario Modenato, Professoressa Silvia Sbrana

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