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 | Articoli sull'Ordinanza Martini  ( foto d'archivio )
 CANI: MARTINI, DIVIETO
    EDUCAZIONE ATTACCO, PRESTO ANCHE DDL
 (ANSA) - ROMA, 19 FEB - Divieto di ogni metodo di educazione all'attacco che
    stimoli l'aggressività come l'utilizzo di manicotti e bastoni; controllo
    pieno dell'animale sia in ambito pubblico che domestico con i proprietari e
    gli affidatari temporanei responsabili sia civilmente sia penalmente dell'
    animale. Sono alcune delle novità contenute nella nuova ordinanza sulla
    Tutela dell'Incolumita' Pubblica dall' Aggressione di Cani che si accinge a
    firmare il sottosegretario alla Salute Francesca Martini. ''L'ordinanza - ha
    affermato Martini, intervenuta oggi a Repubblica.it - avra' 24 mesi di
    validita', ma contiamo di proporre un ddl sui cani prima che scada''. Tra le
    altre regole contenute del documento il conseguimento di un apposito
    'patentino' rilasciato dopo corsi ad hoc di educazione degli amici a 4
    zampe, l'obbligo del guinzaglio lungo massimo 1,5 metri per tutti i cani e
    museruola che va sempre portata appresso e indossata in caso di bisogno. Non
    solo: i veterinari saranno chiamati a segnalare alle Asl le situazioni di
    potenziale pericolo e i cani che hanno gia' dato qualche segno di
    aggressivita' o morso saranno inseriti in un apposito registro. ''Per
    quest'ultimi - annuncia Martini - diventa obbligatoria sia la museruola che
    la sottoscrizione di una polizza per danni conto terzi''.
 ''Un'ordinanza - commenta su Repubblica.it il presidente della Lav Gianluca
    Felicetti - di cui siamo molto soddisfatti. Il cane non e' ne' un antifurto
    ne' un oggetto da possedere e mostrare ma un essere da amare ed educare''.
 Fonte: (ANSA) - 19 febbraio 2009 
 STOP RAZZE, GUINZAGLIO PER TUTTI.
    ANTICIPATA NUOVA ORDINANZA MINISTERIALE02 febbraio 2009
 A firma del Sottosegretario alla Salute Martini
 
 a cura di Margherita De Bac, Corriere della Sera 2 febbraio 2009 - E' una vera e propria rivoluzione
    canina, basata su una nuova filosofia, quella che scatterà a giorni con
    l'ordinanza firmata da Francesca Martini, sottosegretario al Welfare. Cade
    la distinzione per razze.Tutti i cani, dal bassotto al pittbull, all'alano, devono essere tenuti al
    guinzaglio «di lunghezza non superiore al metro e 50». Dunque non i
    modelli estendibili, che permettono di scorrazzare anche a 4 metri di
    distanza da chi li impugna. L'obbligo vige «nelle aree urbane e nei luoghi
    aperti al pubblico salvo le zone individuate dai Comuni».
 La museruola invece andrà indossata solo nelle situazioni a rischio. I
    proprietari dovranno comunque portarla con sé, del tipo morbido o rigido,
    per utilizzarla all'occorrenza. L'ordinanza è pronta, titolo «Tutela
    dell'incolumità pubblica dall'aggressività dei cani». Un lavoro durato
    mesi, risultato di un confronto fra le categorie, veterinari, Regioni,
    associazioni, tecnici. Principio fondamentale: i cani sono tutti uguali. Non
    esistono i cattivi per nascita. Si legge nelle premesse: «Non è possibile
    stabilire a priori il rischio di maggiore aggressività solo sulla base di
    appartenenza a una determinata razza o ai suoi incroci». Al contrario, ad
    essere pericolosi sono i padroni, se incapaci di gestirli come dovrebbero,
    soprattutto quando decidono di mettersi al fianco quadrupedi più dotati dal
    punto di vista della statura e della struttura muscolare. Spariscono le
    liste nere previste nella precedente disciplina emanata dall'ex ministro
    alla Salute, Livia Turco, e prima ancora da Girolamo Sirchia, dove erano
    elencate le razze ritenute mordaci e dunque soggette a maggiori restrizioni.
    Non hanno funzionato come dimostra il fatto che «episodi di aggressione
    alle persone persistono». «Il proprietario è responsabile del benessere e
    del controllo dell'animale - dice Martini, citando il primo articolo -.
    Risponde dal punto di vista civile e penale dei danni ai cittadini o ad
    altri animali.
 La responsabilità ricade anche sulle persone incaricate di tenere il cane
    in sua assenza». Esempio attinto da un recente episodio di cronaca. Se un
    giardiniere viene sbranato mentre taglia l'erba di una villa privata non è
    colpa del rottweiler innervosito ma di chi non l'ha legato.
 Altri divieti. No a pratiche di addestramento che esaltino l'aggressività
    (ad esempio il manicotto). No a selezioni e incroci finalizzati a ottenere
    esemplari d'attacco. Proibiti doping e interventi non motivati da problemi
    di salute (taglio di orecchio e corde vocali).
 Tra le novità, un patentino dove si attesta che il proprietario ha
    frequentato uno dei corsi di formazione facoltativi organizzati da Comuni e
    Asl. Se il cane ha precedenti «aggressivi» scatta l'obbligo
    dell'assicurazione. Scritta nero su bianco la buona regola di munirsi di
    bustina e paletta per raccogliere le feci depositate sul marciapiede o in
    mezzo a un'aiuola. Finora era una semplice indicazione dei Comuni. «Aumentano
    le garanzie di sicurezza per i cittadini - spiega il sottosegretario -.
    L'opinione secondo cui esistono razze a rischio non ha fondamento
    scientifico. Dipende da come un cane viene educato e seguito. Il labrador è
    considerato tra i buoni. Il mio randagio Tommaso la scorsa settimana è
    stato attaccato proprio da un labrador. E' uscito fuori dalla zuffa con una
    lesione della cornea. Se il suo aggressore fosse stato trattenuto dal
    guinzaglio non sarebbe accaduto».
 Fonte: articolo di Margherita De Bac, Corriere della
    Sera 
 
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