Google

Web difossombrone.it

Intolleranza alimentare (prurito)

Pubblicato: luglio\agosto2006
autore: ANDREA BENI Medico Veterinario e-mail benivet@iol.it

Che nei proverbi popolari e nelle leggende ci sia un fondamento di verità lo scopriamo molto spesso. Altrettanto spesso questi proverbi, espressione di antica saggezza, trovano nelle scoperte scientifiche degli ultimi anni un'ulteriore conferma della loro validità. Uno di questi modi di dire è relativo al mantello degli animali e, nella fattispecie, a quello del cane. In questo si afferma che la salute generale dell'animale è espressa dalla lucentezza e dal buono stato del mantello e che un bel mantello è la bandiera della buona salute del soggetto. A quanto sembra, anche dagli ultimi studi in dermatologia, non c'è niente di più vero. 
Una delle situazioni più frequenti, e più noiose, che si manifestano con un serio problema al mantello è la cosiddetta "allergia alimentare". 
Quando ci si riferisce ai problemi causati a livello dermatologico dall'assunzione di alimenti sarebbe più corretto parlare, invece che di allergia, di "intolleranza alimentare" o di reazione avversa al cibo, intendendo con questa dicitura tutte le risposte anomale all'ingestione del cibo non legate alla produzione di anticorpi. Secondo alcuni autori le intolleranze alimentari rappresenterebbero la terza causa dei problemi dermatologici del cane. La netta maggioranza delle reazioni avverse al cibo si manifesta con un problema dermatologico in certi casi addirittura senza nessun problema manifesto a livello dell'apparato digerente. Il sintomo cutaneo predominante è indubbiamente il prurito. Questo prurito insistente può a sua volta generare una serie di problemi secondari derivanti dal grattamento come: ferite, infezioni, piaghe, croste, etc.. Se sussiste un' interessamento dall'apparato digerente i sintomi più evidenti sono il rigurgito, il vomito, la diarrea. Come si vede la sintomatologia dell'intolleranza alimentare è molto vaga e di difficile interpretazione. La terapia di questa situazione si divide in due fasi. La prima prevede l'uso di farmaci che agiscono sul sintomo prurito, riducendone i danni, associati ad antibiotici che evitino le infezioni secondarie, naturalmente queste prescrizioni sono di competenza del Medico Veterinario. 
La seconda si basa sulla correzione della dieta e sull'integrazione con fattori importantissimi per la salute del mantello. E' necessario modificare il regime alimentare, mettendo in atto una dieta ipoallergenica ed anche una strategia detta "ad eliminazione". Nella maggioranza dei casi sono le proteine le responsabili della patologia. E' necessario impiegare una fonte proteica alternativa come agnello, uovo o pesce ma anche struzzo, anatra o cervo. 
Abbinare a queste proteine alternative una dose di carboidrati come riso, orzo, patate. I due ingredienti devono essere miscelati e somministrati per almeno un mese. Se i risultati sono positivi si aggiunge un nuovo alimento ogni settimana fino a scovare uno o più alimenti dannosi. 
I fattori di protezione del mantello ad oggi riconosciuti sono principalmente due: la vitamina E e gli Acidi Grassi Essenziali, entrambi sono estremamente attivi nel diminuire lo stato infiammatorio e quindi il prurito. 
Questi fattori di protezione sono essenziali anche ad un organismo sano ed è importante che siano ben presenti nella dieta. Non esistono problemi di accumulo nè di superdosaggio, è utile aggiungerli sempre per avere un bellissimo mantello. Per ottenere una adeguata integrazione ed un aiuto in caso di intolleranza alimentare si possono utilizzare dei fitoterapici come i seguenti:


Germe di grano (Triticum aestivum L.)
Droga utilizzata: olio ottenuto per spremitura dall'embrione della cariosside di Triticum aestivum.
Principi attivi: vitamina E (principalmente a-tocoferolo), octacosanolo (alcool lipidico a catena lunga), acidi grassi polinsaturi (rappresentati per il 55-60% da acido linoleico).

tocoferolo
α-tocoferolo

Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: attività antiossidante, riequilibrante del metabolismo lipidico. Si somministra nell'attività sportiva e come terapia di supporto nelle patologie degenerative, anche articolari, legate all'invecchiamento soprattutto del cane, nelle patologie della pelle sia del cane che del gatto. 
Può essere utile una supplementazione con vitamina E nei seguenti casi:
-Se viene fatta una integrazione con sali di ferro è necessario aggiungere sempre vit E e vit C per favorire l'assorbimento.
-Una integrazione di vitamina E e di acidi grassi (fattori vitaminosimili) è consigliata alla cagna in gravidanza.
-La vitamina E insieme agli acidi grassi è utile nella terapia della gravidanza isterica.
-La contemporanea somministrazione di vitamina E, vitamina C unita agli acidi grassi è positiva nella terapia dei dolori articolari del cane anziano.
Meccanismo d'azione: La vitamina E è una vitamina liposolubile, cioè solubile nei grassi, ed ha una azione ampiamente diffusa nell'organismo. In natura la vitamina E è costituita da una famiglia di sostanze chiamate tocoferoli. Viene definita come vitamina E una miscela di 8 composti naturali (4 tocoferoli + 4 tocotrienoli). assorbita ed escreta con i grassi, non viene prodotta dai batteri intestinali, si accumula nell'organismo. Come il selenio e la vitamina C, la vitamina E ha un potere antiossidante nell'organismo e combatte la formazione e gli effetti negativi dei radicali liberi. 
I radicali liberi sono composti chimici altamente reattivi che possono danneggiare (ossidare) molecole biologiche importanti come i fosfolipidi della membrana cellulare. In condizioni normali sono inattivati da specifici enzimi che, in alcune situazioni, possono diventare insufficienti.
Posologia consigliata nel cane e nel gatto: opercolo da 390 mg (titolato in vitE) si somministrano all'animale fino a 4 opercoli al giorno. 
Controindicazioni ed effetti collaterali: non sono noti dalla letteratura effetti collaterali o altre particolari precauzioni d'uso alle dosi raccomandate. Viceversa è nota una sensibilizzazione dei recettori dell'insulina, pertanto, in un trattamento di lunga durata, si potrebbe verificare la necessità di un aggiustamento nei cani sottoposti a terapia insulinica.


Bardana (Arctium lappa L.)
Sinonimi popolari: Bardana
Droga utilizzata: radice
Principi attivi: acidi caffeilchinici: acido caffeico, acido clorogenico; inulina ( nella misura del 27%-45%), mucillagini, composti acetilenici solforati, acido costusico, acido ?-guanidino-n-butirrico. 
Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: attività detossificante ed epatoprotettiva, diuretica ed antinfiammatoria. Trattamento di diverse dermopatie. 
Meccanismo d'azione: le fibre contenute nella bardana sono in grado di legare composti tossici assorbiti od inalati [quali i PCB (policlorobenzeni)] e di facilitarne l'eliminazione. Con questo meccanismo, sostenuto dagli acidi caffeilchinici, la Bardana esercita un attività protettiva sull'epatotossicità. Gli acidi caffeilchinici proteggono il collagene cutaneo dalle alterazioni provocate da raggi solari od UVA ed inibiscono la ialuronidasi (enzima responsabile di gran parte del danno ai tessuti cutanei esottocutanei in corso di acne o dermatite seborroica). L'attività ipoglicemizzante è legata all'alto contenuto di inulina, un polisaccaride di riserva che non viene assorbito dall'organismo, che riduce l'assorbimento del glucosio e rallenta la digestione dei carboidrati.
Posologia consigliata nel cane e nel gatto: opercolo da 262 mg (titolato all'1,9% in acidi caffeilchinici calcolati come acido clorogenico, metodo di determinazione spettrofotometrico). 
Controindicazioni o effetti collaterali: non sono noti dalla letteratura effetti collaterali o altre particolari precauzioni d'uso alle dosi raccomandate.

www.nutrigensrl.it

Curriculum Vitae di Andrea Beni

 

 

Torna alla fitoterapia veterinaria

Torna su

 

Torna alla Home collabora con difossombrone.it
Copyright © Difossombrone.it tutti i diritti sono riservati

Sito internet realizzato da VedaNet