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Fitoterapia Veterinaria

Fin dall’antichità l’uomo ha usato, per sé e per i suoi animali domestici, le piante come rimedio per le malattie; dal papiro egizio di Ebers, attraverso gli Assiro-Babiloniesi, gli Etruschi ed i Romani, fino a Pietro Andrea Mattioli nel ’500, si sono ritrovate testimonianze scritte di questo approccio, anche empirico, dell’uomo alla medicina naturale.

Circa il 25 % dei farmaci moderni deriva dal regno vegetale: chinina, chinidina, digossina, morfina, scopololamina, tamoxifene e vincristina non sono che alcuni dei principi attivi isolati dalle piante.

Per Fitoterapia Veterinaria (dalle parole greche phyton che significa pianta, e therapeia che vuol dire cura) si intende una pratica terapeutica che si avvale di prodotti medicinali la cui sostanza attiva è costituita esclusivamente da una droga o da una preparazione vegetale. Per droga fitoterapica si intende la parte di una pianta (foglia,  radice, corteccia, frutto) che viene utilizzata perché ricca di costituenti utilizzabili nella terapia.

Le sostanze attive vegetali si distinguono per essere delle miscele complesse di composti chimici (fitocomplesso) e non da singoli composti chimici come avviene nel caso della maggioranza dei farmaci attualmente in uso (farmaci monomolecolari); da ciò deriva che i farmaci vegetali possiedono delle caratteristiche terapeutiche proprie che derivano sia dalla contemporanea presenza di composti con attività biologiche individuali distinte, sia da interazioni che possono avvenire fra questi composti; il risultato è che il fitocomplesso esercita un’azione farmacologica che è diversa da quella di ciascuno dei singoli composti che lo costituiscono.
Numerose piante medicinali devono le loro proprietà curative non ad un solo elemento, ma alla totalità dei propri principi attivi, estratti da tutti i singoli componenti della pianta. L‘efficacia di una pianta medicinale è data quindi dalla sinergia delle varie componenti fra di loro, a livello di assorbimento e di azione sull’organismo. Per la preparazione dei fitoterapici in alcuni casi è la pianta intera ad essere utilizzata, più spesso i fiori, i germogli, le foglie, il frutto, l‘erba, le radici, le sementi.

Come indicato dalla tabella seguente i componenti di un fitocomplesso si possono suddividere in quattro gruppi così definiti:

Efficiente: è il principio attivo principale responsabile dell’attività clinica.

Coadiuvante: hanno effetto sinergico con l’efficiente.

Marker: sono sostanze caratteristiche per l’individuazione della droga ma non sono necessariamente attive.

Modulante: sono sostanze che possono avere effetti sinergici o anche antagonisti all’attività dell’efficiente.

DROGA COSTITUENTI DEL FITOCOMPLESSO
  EFFICIENTE COADIUVANTE MARKER MODULANTE
Aloe del capo barbaloina Aloeresine aloinosidi agliconi
Iperico iperforina Rutina ipericina procianidine
Digitale digitossina     saponine
Valeriana lignani Essenza c.valerenico baldrinali
Menta piperita essenza tannini mentolo flavonoidi

I Nutraceutici (fitonutrizionali o nutraceuticals). Questo termine non identifica nuove sostanze ma solamente sostanze già note alle quali è stata data una nuova definizione.
Si individuano con questo termine una gran quantità di sostanze di origine naturale, sintetizzate o meno dall’organismo animale. A molte di queste, per altro assai conosciute anche da molti anni, è stato riconosciuto un ruolo essenziale in molte funzioni. La definizione esatta di nutraceutico (termine che deriva dall’inglese nutraceutical) o farmonutrizionale o anche fitonutrizionale è la seguente: Nutraceutico “è un termine che identifica alcuni prodotti naturali, somministrabili solo per via orale, che sono classificabili come sostanze nutritive con molteplici azioni farmacologiche. Questi prodotti, rigorosamente di origine naturale e non di sintesi, sono, sostanze particolari che combinano un’origine naturale con una reale efficacia terapeutica”.

Un esempio classico di nutraceutico sono gli acidi grassi polinsaturi (i famosi W3 ed W6). Questi sono delle sostanze nutritive di origine naturale che, ad opportune dosi, evidenziano un efficacia terapeutica per esempio di alcune malattie della pelle.

Nel cane, così come nell’uomo, non esiste una regola fissa per definire quante e quali vitamine sono necessarie, viceversa esiste una necessità costante di apporto vitaminico per mantenere l’organismo in salute.


Campi d‘applicazione in medicina veterinaria:

-profilassi/prevenzione, integratori alimentari nelle situazioni di stress ed accresciuto bisogno

-convalescenza/riabilitazione dopo malattia o chirurgia

-malattie a carattere cronico-recidivante

-disturbi funzionali, distonie neurovegetative

-disturbi lesionali lievi, drenaggio-disintossicante

-processi senili, geriatria

-in associazione ad altre terapie, per ridurre il dosaggio dei farmaci di sintesi o monomolecolari, o come terapia unica dopo la fase acuta

-in pazienti che non sopportano la terapia farmacologica tradizionale

Nonostante si tratti di medicamenti naturali, una scelta o un dosaggio inappropriato può nuocere alla salute dei pazienti animali.

FITOTERAPIA VETERINARIA

Autore: Dr Andrea Beni Medico Veterinario Perfezionato in Fitoterapia (Un. di Siena).

Una delle piante più usate in medicina veterinaria sia nei grossi animali che nel cane è l’AGLIO. Questa pianta è usata come polvere aggiunta al mangime o già presente nei mangimi completi. Vediamo in dettaglio cos’è e come funziona nel cane.



Aglio (Allium sativum L. )

aglio
( immagine: http://www.clicmedicina.it )

Droga utilizzata: bulbilli (spicchi) freschi o secchi.
Azione farmacologica e proprietà terapeutiche: azione ipolipemizzante (diminuzione dei grassi nel sangue), antiaggregante piastrinica (fluidificante del sangue). Antisettico, disinfettante . Vermifugo (ascaridi ed ossiuri). Utilizzato anche come repellente per gli insetti data una presunta azione esterna.
Meccanismo d'azione: l’effetto ipolipemizzante pare essere legato ad una inibizione dell’enzima HMG-CoA redattasi. Altra ipotesi è la diminuzione dell’assorbimento dei lipidi, con inibizione anche della lipasi pancreatica (attività dell’ajoene).

Nel cane è segnalato un’effetto antiaritmico ed una protezione del miocardio nei confronti di ischemie sperimentali. Inoltre è stata identificata una buona attività dell’aglio nei confronti dell’Helicobacter pilori agente responsabile dell’ulcera gastrica e duodenale.

L’effetto vermifugo si rivela discretamente efficace nei confronti di infestazioni da ascaridi ed ossiuri.

Posologia consigliata nel cane: fitocomplesso totale opercolo da 390 mg, corrispondente a 2mg di principio attivo. Somministrare per un effetto vermifugo 2-3 opercoli al dì per un periodo non inferiore ai 60 giorni.
Etnoveterinaria e medicina popolare: gli spicchi d’aglio interi vengono somministrati da tempo immemorabile a cavalli e muli per il loro effetto antielmintico e insetto-repellente, per quest’ultimo è ipotizzata un’eliminazione a livello cutaneo che dice essere poco gradita dagli insetti. Anche nel cane viene usato l’aglio con questi scopi. Per prevenire e combattere i vermi intestinali del cane provate ad aggiungere alla razione quotidiana del cane farina di semi di zucca e aglio.

Allium sativum
( immagine: http://www.derapate.it )

 

www.nutrigensrl.it

Curriculum Vitae di Andrea Beni

 

 

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