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Il Fegato e la formazione della bile

È una grossa ghiandola, sia esocrina che endocrina.
Produce un secreto, la bile, che riversa tramite un condotto il coledoco nel duodeno. Contiene sostanze che si chiamano Sali biliari, importanti per la digestione. Agiscono solo sui lipidi. Non sono degli enzimi, ma emulsionano i lipidi, formando delle goccioline. I lipidi poi saranno attaccati dalle lipasi. Se aumenta la frammentazione, l'attacco delle lipasi è facilitato. 
Nella bile ci sono anche i pigmenti biliari, prodotti di rifiuto che derivano dalla emocateresi, la distruzione dei globuli rossi invecchiati. Le parti di rifiuto vanno a costituire i pigmenti biliari (la bile).
Il fegato attua anche quello che è il metabolismo intermedio. Può decidere di immagazzinare delle molecole di glucosio, formando il Glicogeno, forma di riserva del Glucosio. Lo immagazzina come fonte di energia. Le cellule del fegato poi possono servirsi di questa fonte di glicogeno e scinderlo in glucosio.
Inoltre il fegato può sommare anche lipidi oltre il normale. Se si accumula troppo si va nella patologia, il fegato diventa giallo. 
Gli epatociti non immagazzinano proteine nel loro citoplasma però producono delle proteine a livello del fegato. 
Altra funzione: modificazione della tossicità di molte sostanze. Il fegato fa delle bio trasformazioni, riduce la loro tossicità di alcune sostanze. Ciò avviene diminuendo la liposolubilità di queste sostanze e le fa diventare più idrosolubili. In questo modo le sostanze non vengono sciolte nelle cellule ma eliminate attraverso l'acqua e i reni.
Emocateresi, distruzione dei globuli rossi; durante la vita fetale, produzione di globuli rossi.
Per la bile funzione endocrina, per le altre funzioni esocrina. 
Alla nascita il fegato è più sviluppato, nel vecchio c'è riduzione di sviluppo dal giovane al vecchio. È più sviluppato nei carnivori 3-4% del peso corporeo.
Negli erbivori più piccolo, negli onnivori è una via di mezzo. Variazione con l'età e la specie.
Colore: rosso scuro-bruno, più chiaro negli animali giovani.
Consistenza solida. Parenchima delicato si rompe facilmente. Forma con contorno ellittico. 
La forma è quella di una lente concavo convessa. 
Due facce, una convessa, una concava viscerale che ha l'impronta dei vari organi. La faccia viscerale presenta l'entrata e l'uscita di tutti gli organi. L'ilo o porta del fegato è una fessura orizzontale, è allungato. È presente qui anche una fossa occupata dalla cistifellea. Due facce e due margini: uno dorsale e uno ventrale, uno dx e uno sx.
Il margine dorsale è più spesso rispetto al ventrale e prende rapporto con alcuni organi che sono la vena cava.
Sul margine dorsale è presente una doccia che è occupata dalla vena cava. La vena cava non passa il diaframma come l'aorta, ma si porta centralmente e passa nello iato frenico. La vena cava a livello del margine dorsale può prendere contatto col fegato per un tratto maggiore o minore. Dipende dal fatto che il fegato può essere orientato in modo diverso.
A seconda di come il fegato è orientato il rapporto con la vena cava è diverso. Verso sx ci passa l'esofago. 
Sul margine dorsale il solco della vena cava e impronta esofagea. Il solco della vena cava è attaccato al fegato.
Il margine opposto si chiama ventrale è sempre più sottile del dorsale, tagliente, presenta in tutte le specie una incisura, detta del legamento falciforme, presente in tutte le specie. A livello del margine ventrale ci sono poi altre incisore che servono per individuare i lobi del fegato.
Infine un margine dx e sx. 
Il fegato può essere diviso in lobi: lobo sx, la parte del fegato che sta a sx dell'incisura del lobo falciforme. Lobo dx la parte del fegato che sta a dx della fossa della cistifellea.
La parte che rimane, compresa tra lobo sx e dx, è una parte intermedia che viene divisa in due lobi dalla volta del fegato: lobo ventrale, detto quadrato tra incisura del legamento falciforme e fossa della cistifellea; lobo caudato è quello in cui entra la vena porta, risulta suddiviso dalla vena porta in due processi, il processo caudato e il processo papillare.
Un lobo sx, uno dx, lobo caudato ( diviso in processo caudato e papillare) e lobo quadrato.

- Differenze di lobatura e posizione del fegato nelle diverse specie -

Il bovino ha un fegato massivo, compatto, in senso cranio caudale, non ha altre incisore interlobari. È evidente solo la incisura del legamento falciforme. Un lobo sx, grande; un lobo dx, comprendente anche il quadrato. Il bovino ha la cistifellea ma la fossa è quasi inesistente.
Ben sviluppato il lobo caudato, che ha sia il processo caudato che papillare, divisi dalla vena porta.
Faccia viscerale e diaframmatica.
Il fegato del bovino ha subito una rotazione, mentre negli altri animali lo troviamo nella regione retrodiaframmatica dx e sx, nel bovino è ruotato e si trova solo nella regione retrodiaframmatica dx. Il margine non è più dorsale ma è diventato margine sx. La parte sx è diventata ventrale. Il fegato del bovino ha un asse maggiore verticale. Il fegato del bovino è quello che ha maggior rapporto con la vena cava caudale.
L'incisura del legamento falciforme è nella capra e nella pecora molto profonda mentre nel bovino appena accennata.

Il cavallo non ha la cistifellea ma nel fegato è presente la fossa, che divide i due lobi. Il fegato è più espanso, ma c'è una incisura che sta a sx del legamento falciforme. Il lobo sx sembra non diviso, in verità c'è una incisura che divide il lobo sx in un grosso lobo sx laterale e un piccolissimo lobo sx mediale. 
Lobo dx, lobo quadrato (abbastanza caratteristico perché il margine ventrale è dentellato), lobo caudato ( lo vediamo dalla faccia viscerale, presenta solo il processo caudato, ma manca quello papillare). 
L'asse maggiore è diventato obliquo, il fegato sta più a dx ma anche a sx. Con l'orizzontale forma un angolo di 45°. Piccolo lobo mediale sx e grande lobo laterale sx. 

Il suino presenta un lobo in più, ma anche il lobo dx è suddiviso in un lobo dx laterale e in uno dx mediale. Il lobo quadrato ha una parte più ventrale che è più corta, non raggiunge il margine ventrale del fegato. Rimane incuneato tra gli altri lobi. Anche il fegato del maiale è orientato come quello del cavallo ma più esteso, proporzionalmente più sviluppato. Occupa anche l'ipocondrio e a differenza del cavallo occupa la parte più craniale della regione epigastrica. 
La parte ventrale è nella regione epigastrica. Altra caratteristica del fegato del suino è che oltre a essere lobato si dice che è anche lobulato. Il connettivo che individua i lobuli, lo stroma che si divide nell'interno dell'organo e le circoscrive, queste parete di connettivo sono abbastanza spesse. Microscopicamente posso vedere questi lobuli. Si ha una rfete fatta da maglie più chiare. 
I lobuli non si vedono bene. Processo caudato e manca il processo papillare o è poco sviluppato. 

Carnivori: sono 6 lobi, incisure molto profonde. Il diaframma dei carnivori fa escursioni notevoli. Asse maggiore quasi orizzontale. Occupa la regione retrodiaframmatica dx e sx ipocondrio e la regione epigastrica. Nell'animale giovane occupa l'ipocondrio e può debordare nel fianco. 
Il lobo caudato è molto sviluppato. È presente il processo caudato e quello papillare, che è fatto frazionato in 2/3 parti, frastagliato.
La fossa della cistifellea, l'incisura della fossa della cistifellea è molto profonda, per cui è l'unica specie in cui l'incisura si vede anche dalla faccia diaframmatici parietale.
La sede è sempre più a dx che a sx. 
La regione epigastrica è occupata dal fegato quasi interamente.

Entrano nel fegato:
vena porta che porta sangue venoso; l'arteria epatica un vaso molto più piccolo della vena porta, che porta una quantità di sangue molto minore; i nervi.
L'arteria porta ossigeno, la vena porta non porta ossigeno ma principi nutritivi.
All'interno del fegato ci sarà una capillarizzazione della arteria epatica, ma anche la vena porta si divide e prima di andare via ci sarà una capillarizzazione.
Entrano anche i nervi.

Dal fegato esce:
il coledoco, che porta via la bile, esce dal fegato e va nel duodeno, prenderà il meso epato-duodenale. 
Il sangue arrivato al fegato deve andare alla vena cava caudale. Non esce dall'ilo perché la vena cava passa lì vicino. Le vene epatiche raccolgono il sangue che è entrato e lo gettano direttamente nella vena cava. Vene epatiche o sovraepatiche.
In questo tratto in cui il fegato è unito alla vena cava, raccolgono il sangue e vanno ad aprirsi in questo tratto della vena cava.

Mezzi di fissità del fegato

Legamento coronario: è quello che unisce in modo più forte fegato e diaframma, rende solidale il fegato al diaframma, si fissa sui margini della vena cava. Va dal solco della vena cava al diaframma. 
La vena cava si unisce al margine dorsale del fegato. 
Un'area che si rtrova sulla faccia diaframmatici ha una superficie di aderenza tra faccia diaframmatici e fegato.
Sulla faccia diaframmatici fino al solco della vena cava. Si unisce al legamento coronario. Altri due legamenti legano il fegato al diaframma: legamento triangolare dx e sx. Collegano il fegato nella sua parte sx o dx al centro frenico. Contribuiscono a rendere solidale il fegato al diaframma. 
Parte dx e parte sx del fegato al centro frenico. Il triangolare dx è più breve, perché il lobo dx è più sviluppato. Altro legamento è l'epato renale, una piega peritoneale che unisce il fegato, solo la parte dx, il lobo caudato, al rene dx. Il fegato in tutte le specie ha solo rapporto col rene dx, perché i reni non sono simmetrici e il rene dx è più craniale.
Altro legamento è quello falciforme. È un legamento ampio, in forma di lamina peritoneale di forma triangolare. I meso partono dal soffitto, dalla radice comune dei meso. Questo non parte da lì, ma dal diaframma dallo iato della vena cava, si mantiene sul piano mediano e arriva fino alla cicatrice ombelicale. 
Sul fegato si inserisce sulla faccia diaframmatica, in senso verticale, arrivando dalla vena cava fino alla parte ventrale, a livello del margine ventrale si va a inserire nella incisura del legamento falciforme.
Questo legamento si può dividere in due parti una craniale e una caudale. La parte craniale è quella che unisce la faccia craniale del fegato al diaframma che arriva fino all'incisura.
La parte caudale serve solo nel feto, si chiama anche legamento rotondo. Durante la vita fetale presenta la vena ombelicale che dall'ombelico va nel fegato. Il legamento falciforme era il meso della vena ombelicale. Dopo la nascita la vena si oblitera e rimane il suo meso. Pian piano anche il meso degenera.

Rapporti

La faccia craniale, ha rapporto col diaframma. La faccia caudale ha rapporto a sx con lo stomaco, nei ruminanti con i prestomaci col reticolo e rumine. Verso dx con duodeno, pancreas, rene dx e grosso colon (nei ruminanti). Margine dorsale con vena cava e esofago. 

Struttura

Si trova all'interno della cavità addominale. Esternamente ha una sierosa, dentro una capsula connettivale che fa parte dello stroma. La capsula connettivale ha colore bianco, però vedo sotto il colore del fegato perché la capsula è sottilissima. 
Dentro vasi linfatici e vene. I setti connettivali si anastomizzano fino a individuare porzioni di parenchima che sono lobuli epatici.
Un lobulo epatico è così fatto:
ha forma tridimensionale a tronco di piramide irregolare, a sezione esagonale o pentagonale. 
Le facce di questa piramide le fa il connettivo, che delimita i lobuli. Si tratta di un connettivo perilobulare. Nella superficie esterna si avranno delle facce e degli sp0igoli, i margini. Il connettivo periferico non è presente nelle specie nello stesso modo.
Ci sono casi in cui il connettivo è abbondante sia a livello degli spigoli che delle facce e il fegato diventa lobulato (suino e cammello). Nelle altre specie è poco abbondante a livello delle facce, ma molto a livello degli spigoli, degli spazi detti portali.
Lì c'è abbondante connettivo perché accompagna il decorso dei vasi. Si chiamano spazi portali. Il connettivo è abbondante negli spazi portali (spazi di Kiernam).
In ogni spazio portale si ha la triade epatica. Tre vasi: un ramo terminale della vena porta, un ramo terminale della arterioa epatica, un condotto biliare interlobulare. Mentre nella arteria il sangue va dentro il lobulo, nel condotto il sangue esce dai lobuli.
Originano poi dei rami molto più piccoli lungo le facce e da lì nasceranno le capillarizzazioni che entrano dentro il lobulo.
I vasi e i dotti stanno fuori dal lobulo. Dentro il lobulo avvengono scambi tra epatociti e arterie vene e dotti.
Dentro al lobulo si ha un vaso assiale, la vena centrolobulare. Questa vena origina dalla base del lobulo a fondo cieco. Percorre assialmente il lobulo, fuoriesce dall'apice e si unisce a una vena più grande che si chiama sottolobulare. Questa raccoglie il sangue di più lobuli. Tutto il sangue che entra dentro un lobulo, ci esce insieme tramite la vena centro globulare che porta sangue efferente del fegato. Le vene sottolobulari daranno le vene sopraepatiche. 
Tutto il sangue refluo del fegato andrà nella vena centro lobulare. Vasi periferici e vena globulare centrale. Tra queste epatociti e piccolo vasi.
Sullo stroma reticolare stanno infatti attaccati gli epatociti, che svolgono le funzioni del fegato, formano il parenchima epatico. 
L'epatocita lo trovo quindi dentro il lobulo epatico. 
Gli epatociti sono attaccati a formare delle lamine dello spessore di una cellula. Gli epatociti sono organizzati in cordoni, tridimensionalmente sono delle lamine. 
Questi cordoni vanno dalla periferia del lobulo con la vena centro globulare. Hanno disposizione radiale.
Queste lamine tra loro si anastomizzano, non sono libere. 
Tra gli spazi, tra le lamine degli epatociti, che si creano tra le lamine si trovano i capillari epatici, detti sinusoidi. Vanno a collegare i vasi esterni al lobulo, col vaso centrale che sta nel lobulo. I capillari hanno le seguenti caratteristiche: non sono attaccati agli epatociti ma esiste uno spazio che separa i capillari dagli epatociti.
C'è uno spazio tra capillare e epatocita che si chiama perisinusoidale. 
Questi capillari non hanno una parete continua ma sono fenestrati. Tra una cellula endoteliale e un'altra ci sono degli spazi. Nel rene le cellule endoteliali rivestono tutto il capillare ma ciascuna cellula ha tanti buchi.
Terza caratteristica: tra le cellule endoteliali ci sono cellule fatte in modo diverso, cellule di Kuppfer, istiociti macrofagi, per l'emocateresi. Riconosco i globuli rossi vecchi, più rigidi e darebbero noia a livello dei capillari polmonari, per cui vengono eliminati.
Nell'interno del lobulo sono così organizzati gli epatociti.
Il sangue che proviene dall'arteria epatica e rami terminale della vena porta andrà alla vena centro lobulare.
In questi capillari sinusoidi ci sarà un sangue misto. Quello arterioso è importante per l'ossigeno, quello venoso per il nutrimento.
Gli epatociti sono di tessuto epiteliale, cellule grandi, che possono immagazzinare lipidi e glicogeno, trigliceridi e colesterolo. Possono presentarsi binucleate.

- Come si forma la bile?

Si forma all'interno del lobulo e segue una via propria. Viene raccolta in piccole strutture che si chiamano capillari biliari. Questi si formano tra un epatocita e l'altro.
L'epatocita ha una faccia che prende rapporto col capillare sinusoide. La faccia presenta dei microvilli perché questo aumenta la sua superficie. Le altre facce hanno rapporto o col capillare o con altri epatociti.
Quando due epatociti si uniscono le membrane si accollano con delle giunzioni. In quel punto di unione presentano una docciatura. Le docciature dei due epatociti a contatto si mettono insieme e si forma un canalicolo, il capillare biliare. Qui viene riversata la bile che è il prodotto di secrezione degli epatociti.
I capillari biliari non hanno quindi parete propria, ma una modificazione della parete degli epatociti.
Capillari è il termine usato perchè la loro parete è permeabile.
Il fegato è una ghiandola esocrina, che produce la bile. I dotti escretori sono quei dotti interlobulari.
I capillari biliari però rappresentano l'adenomero, la parte secernente dei capillari.
Lobulo epatico è l'unità anatomica le fegato. Sono state proposte altre organizzazioni del fegato. 
Lobulo biliare: ha al centro lo spazio portale e i vertici rappresentati dalla vena centrolobulare di 3-4 
Acino epatico = porzioni di due lobuli classici adiacenti che sono vascolarizzati dagli stessi vasi. All'interno troviamo tre zone, che presentano una irrorazione arteriosa man mano decrescente. Man mano che si procede queste zone presentano minore quantità di ossigeno disponibile. 
Le vie di escrezione della bile: via intraepatica e estraepatica.
Intraepatica: condotti interlobulari, confluiscono in 2 condotti epatici (dx e sx) che si mettono insieme nel condotto epatico comune, che a livello dell'ilo esce e si divide in due canali. Uno il condotto cistico che va nella cistifellea. Quello che si è staccato dal dotto cistico va nel coledoco. 
Se manca la cistifellea nasce subito il condotto cistico.
Vanno a terminare nella AMPOLLA DUODENALE MAGGIORE.
La cistifellea è una vescichetta biliare, un serbatoio della bile. Ha forma a pera e si trova appesa tramite il dotto cistico.
Accolta in una depressione, manca nel cavallo, nel bovino ha maggiore dimensione. Piccola vescica intorno ai 200 cc di capienza. Il fondo della vescichetta non arriva al margine ventrale del fegato, deborda solo nei ruminanti.
Nel cavallo in cui manca la cistifellea è il coledoco che funziona da serbatoio e trattine la bile.
Nella parte terminale si forma lo sfintere che regola il passaggio della bile.

 

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