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In ricordo di Titina, la cagnetta della Tenda Rossa...

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Nella foto: Il Generale Umberto Nobile (1885-1978), insieme alla cagnetta Titina

Era la mascotte della spedizione, Titina, Fox Terrier del Generale Nobile, sopravvisse all'incidente e
venne portata in salvo con lo stesso Nobile sul Fokker di Lundborg il 23 giugno.

Due anni dopo la trasvolata polare con il NORGE, Umberto Nobile decise di ritentare l'impresa questa volta con una spedizione interamente italiana. Lo fece in disaccordo con Mussolini che avrebbe preferito un volo transatlantico verso il Sud America. Per la spedizione, finanziata dal Comune di Milano e patrocinata dalla Reale Società Geografica Italiana, Nobile approntò il dirigibile N 4 ITALIA di 18.500 mc quasi gemello del NORGE ma attrezzato per effettuare atterraggi sulla banchisa. Prima della trasvolata del polo Nobile compì con l'ITALIA due voli di esplorazione che diedero importanti risultati per la conoscenza di zone a quel tempo ancora largamente sconosciute. Il volo decisivo prese il via alle ore 4.30 del 23 maggio. A bordo dell'ITALIA insieme a Nobile, accompagnato dalla fedele cagnetta Titina, mascotte anche di questa spedizione, c'erano quindici uomini tra cui l'inviato della Gazzetta del Mezzogiorno. Il Polo Nord fu raggiunto alle ore 1.20 del 24 maggio 1928 durante il terzo volo dopo aver sorvolato la Groenlandia settentrionale. La nebbia impedisce di atterrare com'era in programma e l'aeronave prende la via del ritorno.

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La tragedia avvenne alle ore 10.33 del 25 maggio mentre il dirigibile è in rotta verso le Isole Svalbard. Le condizioni meterologiche erano notevolmente peggiorate. Il maltempo rendeva difficili le manovre e le formazioni di ghiaccio appesantirono l'involucro. Dopo aver resistito a trenta ore di tempesta l'ITALIA precipitò sulla banchisa polare a circa 200 miglia dalla Terra di Nord-Ovest. Nell'impatto la cabina di pilotaggio si sfasciò lasciando sul pack una quantità di detriti e dieci dei sedici membri dell'equipaggio. Il dirigibile, alleggerito di colpo, riprese rapidamente il volo trascinando con sé i sei uomini rimasti a bordo che scomparvero per sempre. I nove superstiti (uno era deceduto nell'impatto al suolo) con il materiale rimasto a terra realizzarono un riparo di fortuna che venne colorato di rosso per facilitarne la localizzazione sul pack che divenne così la mitica "tenda rossa". Dopo due giorni trascorsi senza riceve notizie dal dirigibile alla base della Baia del Re si cominciò a temere il peggio e si organizzarono le prime spedizioni di ricerca. La prima missione venne affidata al norvegese Larsen, che era stato ufficiale in seconda del NORGE. Svedesi e finlandesi compirono ricognizioni aeree con idrovolanti e dall'Italia furono inviati alpini ed aerei. Intanto il radiotelegrafista dell'ITALIA, Giuseppe Biagi, grazie ad una trasmittente rimasta miracolosamente intatta, aveva cominciato ad inviare dei segnali di soccorso che il 3 giugno furono finalmente captati da un radioamatore russo. Prese dunque il via una gigantesca operazione di recupero che coinvolse uomini e mezzi di molte nazioni e che costò la vita a diversi soccorritori tra cui lo stesso Roald Amundsen che precipitò con il suo arereo nel Mare di Barents. 

Il 19 giugno il tenente colonnello Umberto Maddalena, a bordo di un idrovolante S55, riuscì a localizzare la "tenda rossa" ma senza poter atterrare. Tre giorni più tardi Maddalena e il maggiore Penzo riuscirono a lanciare ai superstiti viveri e generi di conforto. Il 24 giugno, finalmente, il pilota della marina svedese Einar Lundborg atterrò con il suo Fokker nei pressi della "tenda rossa". Nobile avrebbe voluto che fosse portato via per primo il capo meccanico Natale Cecioni, anche lui ferito seriamente ad una gamba. Lundborg però fu irremovibile adducendo ordini superiori che gli imponevano di prelevare per primo Nobile che avrebbe così potuto meglio coordinare le operazioni di soccorso. Dopo aver portato in salvo Nobile e la cagnetta Titina, Lundborg tornò subito indietro ma nell'atterraggio il suo aereo si ribaltò danneggiandosi e il pilota svedese restò anche lui prigioniero dei ghiacci e venne poi messo in salvo da un pilota inglese. 

Seguirono molti giorni di maltempo finché il 12 luglio, quaratotto giorni dopo il disastro, gli ultimi superstiti dell'ITALIA furono tratti in salvo dal rompighiaccio russo "Krassin". Nel frattempo era morto anche il meteorologo della spedizione Malmgren che insieme agli ufficiali navigatori Mariano e Zappi era andato a piedi alla ricerca dei soccorsi. Intanto la "tenda rossa", andando alla deriva insieme ai ghiacci, si era spostata di oltre 100 km a sud-est del punto in cui era precipitato il dirigibile. 

La tragica vicenda dell'ITALIA ebbe una grande eco internazionale e appannò la fama che Nobile si era conquistato negli anni precedenti, soprattutto con l'impresa del NORGE. Molti osservatori non perdonarono a Nobile di essere salito per primo sull'aereo di Lundborg lasciando il suo equipaggio per altre tre settimane sui ghiacci. Ora, se è vero che secondo il codice della marineria il comandante è sempre l'ultimo a ricevere i soccorsi e ad abbandonare la nave, va pur tenuto in conto che Nobile aveva un braccio e una gamba fratturata con principi di cancrena. Sulla vicenda nell'autunno del 1928 fu istituita una commissione d'inchiesta che concluse il suo lavoro nel marzo del '29 esprimendo una censura nei confronti di Nobile. Il generale, amareggiato, si dimise dalla Regia Aeronautica e se ne andò in esilio volontario prima in Francia e poi in Russia ma per il resto della sua lunga vita, pur tra molti rimorsi, difese sempre il suo operato.

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Rappresentazione del momento dell'impatto

L'esito sfortunato della trasvolata del dirigibile ITALIA, che segnò la fine della costruzione di dirigibili nel nostro paese, finì per mettere in ombra l'importanza degli studi scientifici compiuti da Nobile il quale, invece, aveva voluto dare alla sue spedizioni polari uno scopo essenzialmente di ricerca in molti campi. Il giudizio della commissione d'inchiesta fu poi fortunatamente ribaltato tempo dopo e in anni più recenti la sua figura e le sue imprese sono state giustamente rivalutate considerando Nobile per quello che è stato: fine progettista, abile aviatore e coraggioso esploratore. Sulla vicenda dell'ITALIA rimandiamo comunque all'ampia bibliografia disponibile attraverso la quale è possibile esprimere una valutazione obiettiva sui fatti.

La cagnetta Titina, dopo la sua morte, è stata impagliata e oggi è conservata all'interno di uno dei più importanti museo dedicati all'areonautica.

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