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La tachicardia

La tachicardia (dal greco tachys veloce, rapido e - cardia, secondo elemento di nomi composti che denotano una condizione del cuore) viene definita tradizionalmente come l'aumento della frequenza del ritmo cardiaco al di sopra del valore limite considerato normale per un cuore a riposo. Molte fonti indicano convenzionalmente tale limite in 100 battiti al minuto in un individuo adulto, ma una visione più pratica e coerente dovrebbe legare il valore al soggetto (molti individui sono ormai bradicardici per una frequente attività sportiva aerobica) e alle sue condizioni (per esempio postprandiali). Pertanto la definizione precedente dovrebbe essere modificata modernamente in: la tachicardia consiste in un netto aumento della frequenza del ritmo cardiaco del soggetto al di sopra del suo normale valore a riposo. In un cane sano, la tachicardia compare generalmente sotto sforzo, quando il cuore viene stimolato a contrarsi più rapidamente per accrescere l'afflusso di sangue ai muscoli. La tachicardia a riposo compare invece per cause diverse come la febbre, l'ipertiroidismo, un elevato consumo di caffeina, la somministrazione di farmaci anticolinergici e decongestionanti o qualsiasi altra condizione che provochi malattia o scompenso cardiaco. Esistono molte forme di tachicardia, distinte in base alla causa scatenante e alle condizioni con cui si manifesta, ma si possono sommariamente distinguere alcune importanti tipologie: sinusale, eterotopa (sopraventricolare e ventricolare) e atriale. I sintomi della tachicardia variano in rapporto alla rapidità del battito cardiaco e all'efficacia dell'azione di pompa del cuore e possono consistere in palpitazioni, affanno e altre manifestazioni di varia gravità.

Tachicardia sinusale e cardiopalmo - L'aumento dell'attività del nodo senoatriale può portare a un'eccessiva stimolazione della contrazione cardiaca (in questo caso la tachicardia è detta sinusale o normotopa), che può però derivare anche dall'attività elettrica di cellule presenti al di fuori del normale marcatempo fisiologico. Le cause principali che portano alla forma sinusale possono essere identificate in eccessivi sforzi, emozioni intense, digestione difficile, rapido passaggio dallo stato supino a quello eretto, stati febbrili, gravidanza, anemie, intossicazioni, stato di shock o cardiopatie. Si presenta solitamente con frequenza cardiaca rapida (al massimo 170 bpm), ma regolare, non comportando nessun disturbo particolare. Una forma particolare di tachicardia sinusale è il cardiopalmo, la spiacevole sensazione definita comunemente come "cuore in gola", ossia la percezione chiara e intensa del proprio battito cardiaco. In questi casi si ha la sensazione di un eccessivo rallentamento o, al contrario, di una forte accelerazione o irregolarità del battito cardiaco, ma nella maggior parte dei casi è associato a semplici disturbi come le extrasistole o all'uso di tabacco, alcol o caffè. Inoltre è presente prevalentemente in persone con forti problemi psichici e squilibri del sistema nervoso con effetti di notevole disturbo nonostante in certi stati il battito sia assolutamente normale.

Le forme di tachicardia eterotopa: (sopraventricolare e ventricolare) - Si parla di tachicardia eterotopa quando una zona del cuore induce improvvisamente stimoli elettrici di frequenza elevata e superiore a quella del nodo senoatriale, sostituendosi a esso nel controllo del battito, con il conseguente aumento della contrazione cardiaca. A seconda della sede in cui ciò avviene si possono distinguere due forme di tachicardia: sopraventricolare (diffusa soprattutto tra i giovani) e ventricolare (frequente negli anziani). La prima si manifesta con una frequenza cardiaca rapida, ma regolare, compresa tra 140 e 180 bpm (in rari casi di aritmia si arriva anche a 300 bpm), che assume la forma di episodi intermittenti della durata di varie ore o giorni. I sintomi consistono in palpitazioni, affanno, dolore toracico e svenimento, mentre la diagnosi viene effettuata tramite l'ECG. Talvolta, un attacco può essere bloccato con una particolare tecnica (la manovra di Valsava) oppure bevendo acqua fredda, ma se gli attacchi sono ricorrenti si deve ricorrere alla somministrazione di antiaritmici. Le forme più note di tachicardia sopraventricolare prendono il nome di parossistiche che trattiamo più avanti.
La tachicardia ventricolare è invece una grave forma di aritmia cardiaca in cui ogni battito cardiaco viene avviato da un'attività elettrica presente nei ventricoli, determinando così una frequenza cardiaca abnormemente rapida, compresa tra 140 e 220 bpm. È causata da una grave cardiopatia come un infarto miocardico o una cardiomiopatia e può avere una durata variabile da alcuni secondi a vari giorni. Anche questa forma è riscontrabile tramite un ECG che presenta ampie onde anomale regolari. La terapia di urgenza consiste nella cardioversione o nell'iniezione di un antiaritmico come la lidocaina. Una tachicardia ventricolare non trattata può indurre scompenso cardiaco e può portare addirittura alla morte. 

Tachicardia parossistica - Si manifesta con crisi improvvise che possono durare da pochi minuti ad alcuni giorni fino ad arrestarsi di colpo senza un'apparente motivazione. Colpisce soprattutto soggetti giovani e può dare origine a frequenze elevate dei battiti (anche 250 bpm nei casi peggiori), ma i sintomi non sono sempre gli stessi. Generalmente il primo sintomo che si ha consiste in una sensazione di "tuffo al cuore", poi, a seconda delle condizioni del cuore e della sua capacità di regolare la spinta di sangue ossigenato, può portare a un intenso dolore o a un senso di costrizione toracica che si riflette sull'organismo con sensazioni di stordimento, vertigini, sudori freddi, nausea e difficoltà a respirare. In certi casi è possibile ricorrere ad alcune tecniche per bloccare queste crisi: una delle più note consiste nello schiacciamento dei bulbi oculari, rimanendo in posizione coricata; utile in alcuni soggetti anche la stimolazione del riflesso del vomito o la contrazione dei muscoli addominali atti alla spinta intestinale oppure la deglutizione di piccoli sorsi d'acqua senza respirare. Infine si può ricorrere a una manovra molto particolare, ossia la compressione del seno carotideo, lungo il collo, all'altezza della cartilagine tiroidea, smettendo una volta raggiunto uno stato di normalità, altrimenti si corre il rischio di rallentare eccessivamente il battito cardiaco. 

La tachicardia o fibrillazione atriale - Questo tipo di tachicardia consiste in un'irregolarità del battito cardiaco in cui gli atri (le cavità superiori del cuore) pulsano in modo molto rapido (300-600 bpm) e anomalo. Poiché non tutti i battiti passano attraverso il nodo atrioventricolare (ossia il regolatore degli impulsi tra atri e ventricoli), i ventricoli finiscono per pulsare in modo irregolare a una velocità di 80-160 bpm. La fibrillazione atriale si può manifestare in quasi tutte le forme di malattia cardiaca di vecchia data in cui esista un ingrossamento degli atri, come per esempio nella cardiopatia reumatica e aterosclerotica e nella tireotossicosi (condizione tossica conseguente a ipertiroidismo). I sintomi tipici di questa forma di tachicardia consistono in palpitazioni, dolori toracici provocati dal ridotto afflusso di sangue e scompenso cardiaco dovuto all'inefficiente azione di spinta del cuore che può ridurre del 30% la spinta di sangue nella circolazione. Per la diagnosi viene considerata la notevole irregolarità della velocità e della forza delle pulsazioni, confermata comunque da un elettrocardiogramma (ECG), che rivela e registra l'attività elettrica del cuore.

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