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     Ehrlichiosi 
      
    ( immagine: http://www.ulssfeltre.veneto.it/
    ) 
    E' una malattia infettiva che ha come vettore la zecca ed il
    cui agente eziologico è rappresentato da batteri appartenenti a varie
    specie di rickettsie. 
    Le specie clinicamente più importanti sono: E. phagocytophila, E.
    platis (che determina trombocitopenia e si ritrova all’interno delle
    piastrine degli animali colpiti), E. canis (che si ritrova nel
    citoplasma dei linfociti circolanti) capaci di infettare il cane; E. equi
    che infetta il cavallo ed E. risticii capace di infettare il gatto. 
     
    All’interno dei leucociti dell’ospite, le ehrlichie possono essere
    identificate come inclusioni intracitoplasmatiche (morule). Tali batteri
    sono in grado di moltiplicarsi a carico delle ghiandole salivari e delle
    cellule ematiche ed intestinali delle zecche della specie Rhipicephalus
    sanguineus dalle quali vengono liberati, durante il pasto, per essere quindi
    inoculati nel cane tramite la saliva infetta.  
    Delineare il quadro clinico dell'ehrlichiosi, in realtà, non è semplice
    perchè spesso l'infezione decorre contemporaneamente ad altre malattie
    quali la babesiosi, la filariosi, la leishmaniosi, e perché esistono
    inoltre svariati fattori da cui dipendono la gravità e il decorso del
    quadro clinico. Spesso i sintomi clinici variano in base all’età, alla
    razza del cane ed allo stato generale del sistema immunologico
    dell’animale. 
     
    Generalmente dopo un periodo di incubazione variabile da 1 a 3 settimane, è
    possibile osservare l’insorgere dal punto di vista clinico di una delle
    tre seguenti forme: 
    
    1) acuta: caratterizzata da stato
    febbrile, abbattimento del sensorio, dimagramento, inappetenza, linfomegalia.
    In questo periodo, che persiste per una quindicina di giorni, il
    microrganismo migra dal punto di inoculazione al fegato, alla milza ed ai
    linfonodi. L’infezione colpisce le cellule del S.R.E. provocando vasculiti
    che portano ad un quadro ematologico caratterizzato da trombocitopenia,
    variabile leucopenia e lieve anemia 
    
    2) subclinica e/o sub-acuta: tale stato può
    persistere per mesi od anni. In questo periodo l'animale può non
    manifestare alcun sintomo clinico, mostrare aumento della risposta
    anticorpale (iperglobulinemia; la gammopatia si presenta in genere di tipo
    policlonale), trombocitopenia, oppure  essere caratterizzato da uno
    stato riferibile alla fase acuta 
    
    3) cronica: in questa forma possono insorgere
    sintomi clinici caratterizzati da una notevole variabilità: emorragie
    (epistassi), depressione del sensorio, dimagramento, anemia, ingrossamento
    dei linfonodi, splenomegalia, dolore addominale, lesioni oculari, sintomi
    nervosi, edemi, mono- o poliartriti, lieve ipertermia (39,0 -39,5°C), ecc.
    Il midollo osseo viene ad essere compromesso nella sua attività di
    produzione diminuendo la formazione di piastrine e di cellule della serie
    rossa aumentando invece le plasmacellule.  La morte avviene in seguito
    a shock da ipovolemia (mancanza di liquido nel comparto cardiocircolatorio).
    A volte l’animale, in genere soggetti anziani, può andare incontro a
    morte subito dopo l’infezione in seguito ad imponenti emorragie. In genere
    la prognosi è più favorevole fin tanto che il quadro ematologico non
    presenta una rilevante diminuzione della componente corpuscolata; viceversa
    la prognosi e' riservata o sfavorevole quando vengono ad essere interessati
    anche i distretti emopoietici; l’exitus può, in questo caso, essere anche
    causato da infezioni secondarie associate allo stato leucopenico o da
    emorragie associate a trombocitopenia. In casi gravi può svilupparsi
    coagulazione intravasale disseminata, insufficienza renale, midollare ed
    epatite con aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina. 
     
    Con questo ampio panorama di manifestazioni cliniche che va dall’assenza
    di sintomi alla malattia con brusco esordio e rapido exitus, la diagnosi
    clinica risulta difficile e quindi diventa di notevole ausilio una rapida e
    corretta diagnosi di laboratorio anche per accertare la presenza
    dell'infezione in maniera precoce, prima ancora della risposta anticorpale.
    Grazie alle metodiche di biologia molecolare questo è possibile con la
    ricerca diretta in PCR di Ehrlichia spp., test che risulta di notevole
    importanza per un tempestivo inizio della terapia di elezione così da
    evitare l'insorgere del quadro di "pancitopenia" che porta a tutte
    quelle complicanze che rendono più difficile l’eradicazione
    dell’infezione stessa. Inoltre la genotipizzazione del gruppo infettante
    ed il monitoraggio, durante e dopo la cura, aiutano nella prognosi dando
    indicazioni sia sulla capacità aggressiva del microrganismo sia sulla
    possibilità di una cronicizzazione o sulla riuscita eradicazione del
    microrganismo. 
            
          
 
            
            
          
      
    
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