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La scelta del proprio esemplare: accorgimenti e considerazioni di massima

a cura di Dario Sgroi

Gladio di Fossombrone
Soggetto giovane nella foto: " Gladio di Fossombrone "

 

Argomenti e consigli utili per il cinofilo...

Lo sviluppo fisiologico

Il cane da pastore tedesco è un soggetto avente formato di taglia medio grande e caratteristiche tipologiche proprie del gruppo dei lupoidi. L'età di accrescimento strutturale è compresa indicativamente sino ai 12 mesi. Dai 12 ai 24 mesi si ha la fase di consolidamento ponderale-strutturale con la definizione delle masse corporee.

Suddivisione dei periodi di età:

  • cucciolo (da 0 a 3 mesi),

  • cucciolone (3 - 6 mesi),

  • giovanissimo (6 - 12 mesi),

  • giovane (12 - 24 mesi),

  • adulto (da 24-36 mesi d'età),

  • età senile (da 9 anni in poi).

L'età adulta è raggiunta per definizione a 24 mesi, ma nel pastore tedesco intorno ai 36 mesi di età si apprezza nel soggetto canino una maggiore maturità d'insieme a conferma del consolidamento della struttura ossea formatasi in età giovane-adulta ed un'opportuna distribuzione delle masse muscolari. La testa in particolare, assume definizione e imponenza evidenziando nel soggetto canino il genere sessuale. 

Il periodo di maggiore fisicità s'individua dai 3 ai 6 anni di età, dopo di ché seguirà seppur gradatamente, il progressivo declino fisiologico che affligge tutti gli esseri viventi (il cane da pastore tedesco entra nella fascia senile dal nono anno di età). 

In età avanzata é di particolare importanza mantenere il soggetto di cane da pastore tedesco in peso forma senza eccedere nella razione alimentare, anzi approntando la dieta in modo di apportare protidi di alto valore nutrizionale e in quantità adeguata affinché gli amminoacidi essenziali e non essenziali metabolizzati possa trovare impiego nella definizione di nuovi composti proteici per assolvere alla fisiologia dell'organismo. 

Cenni sulle componenti dietetiche

I lipidi assunti devono essere attinti da materie prime di qualità, facilmente assimilabili per non affaticare l'apparato digestivo, oltre poi fornire agevolmente energia all'organismo del cane. L'apporto di polisaccaridi deve comprendere cereali di pregio (riso, mais) i quali opportunamente trattati, dovranno apportare al digestivo un moderato contenuto in fibre fermentiscibili. 

I lipidi sono caratterizzati da un valore energetico pressoché doppio rispetto proteine e zuccheri, a fronte di circa 9 KCal/g, seguono di pari passo, proteine e zuccheri con circa 4 KCal/g. 

L'apporto energetico fornito dalla dieta dovrà esprimere compiutamente il fabbisogno calorico giornaliero (EM) riferibile a grandi linee al Peso metabolico del cane rapportato alla taglia ed al tenore di vita svolto. Si perviene alla definizione del fabbisogno metabolico giornaliero attraverso un semplice calcolo nel quale il Peso in vivo (PV), massa ponderale dal soggetto espressa in Kg. viene elevato a 0,75 e moltiplicato al coefficiente K definito di volta in volta secondo l'attività fisica intrapresa (Cane inattivo 132; attivo 145; molto attivo 200; sforzo prolungato 300).

E.M. = PV 0.75 ´ K

Ad esempio, una femmina adulta del peso di 29 kg in tenore di mantenimento (Metabolismo basale)= fabbisogno energetico + termoregolazione + attività motoria tendente al sedentario) necessiterà di circa 1550-1650 Kcal/die. A sua volta, il fabbisogno calorico basale dovrà essere raggiunto attraverso l'apporto debitamente frazionato fra i nutrienti elettivi (proteine, lipidi, fibre, zuccheri), ecc, ecc.

Tali accorgimenti ed altri ancora di tipo gestionale possono salvaguardare il cane da patologie irreversibili relative l'integrità della struttura di sostegno con particolare accenno alle articolazioni gravitarie (articolazioni di anche, gomiti, ecc.), da un prematuro degrado morfologico e funzionale.

Ad esempio, la displasia delle anche è un disturbo osteoartrosico di origine poligenetica e multifattoriale con andamento degenerativo in grado d'inficiare la struttura coxoarticolare e relative funzionalità. 

In maggioranza affligge le razze canine di taglia grande e gigante, avendo corso degenerativo, col procedere degli anni tale disordine articolare può cagionare nell'esemplare interessato un netto e graduale abbassamento della qualità di vita (difetti e/o difficoltà nella deambulazione, algie, disagio psicofisico, stato di stress, ecc, ecc). 

Molto spesso con l'insorgenza di forme precoci, l'evidenza conclamata di HD impone in soggetti giovani l'adozione di interventi chirurgici ricostruttivi d'una certa invasività (TPO, protesi articolare) con l'intento di ripristinare la condizione articolare con le specifiche funzioni di sostegno e deambulazione. In casi meno gravi, se sottoposto ad un'attenta preservazione della fisiologia articolare, il cane può godere d'una quieta vecchiaia (la displasia dell'anca nella maggioranza delle casistiche rilevate può dirsi in prevalenza di forma acquisita). 

L'aspettativa di vita per un cane da pastore tedesco si aggira mediamente intorno ai 13/15 anni. Più di rado, alcuni esemplari hanno raggiunto la venerabile età di 18 anni (vedi tabella comparativa con l'età dell'uomo), tuttavia é certo che un'oculata gestione generale dell'esemplare di pastore tedesco (dieta, integrazioni alimentari mirate, cure e attenzioni varie) si rende propedeutica affinché alla soggettiva longevità del cane consti un'altrettanto auspicabile perdurare delle basilari condizioni di benessere psicofisico.

Tabella comparativa età uomo-cane

età uomo-cane

L'acquisto del cucciolo e le cautele da adottare

Estratti concettuali, riferimenti economici tratti da alcuni topic de il "Forum Italiano del pastore tedesco".

Il cane da Pastore tedesco appartiene ad una razza appositamente costituita per essere a completo servizio dell'uomo: spiccata attitudine in particolari impieghi (funzione ausiliaria), compagnia, sorveglianza, guardia e difesa.
Il possesso di un cane di razza con tali prerogative deve essere conseguente ad una ponderata presa di coscienza, meno che mai costituire un incentivo economico allo scandaloso mercato ormai diffuso da tempo a danno dell'integrità di razza (vedi produzioni interne prive di ogni controllo e verifica cinotecnica e/o importazione dai paesi dell'est Europa, bacini d'approvvigionamento ai quali non pochi affissi cinofili riconosciuti ENCI/FCI fanno ricorso contravvenendo alle norme del codice etico dell'allevamento - vedi di seguito link ENCI).

La figura dell'allevatore dovrebbe evidenziare innanzitutto la profonda passione verso il cane da pastore tedesco, in secondo luogo costituire per il cinofilo il riferimento ideale alla scelta che lo condurrà all'acquisizione del cucciolo di pastore tedesco: rappresentante effettivo dell'etnia canina d'appartenenza come da standard ufficiale della razza. 

Non si acquista un cane da pastore tedesco come fosse un genere commerciale inanimato: un'automobile, delle scarpe, un PC o qualsiasi altro bene di valore. 
Non tutti gli esemplari possono dirsi qualitativamente eguali (ogni allevamento esprime una produzione cinotecnica ben distinta per pregi e doti di razza peculiari). In secondo luogo, il prezzo d'acquisto dovrebbe costituire la risultante in vivo dell'esemplare di razza cui si perviene, ottimizzare la propria spesa può solo corrispondere al raggiungimento di un ottimale rapporto qualità/prezzo.

L'allevatore nell'intraprendere la propria opera di selezione cinotecnica deve essere pienamente conscio di offrire al cinofilo un esemplare privo di difetti da squalifica, che risponda ai canoni raziali. 
La conoscenza del bagaglio genetico dei soggetti che alleva e utilizza a fini riproduttivi dovrà esitare in una produzione di esemplari canini in possesso di pregi e doti tipiche del cane da pastore tedesco.
Non in ultimo, questi ha il compito di supportare il cinofilo anche a posteriori durante la fase di crescita del cucciolo. 

I diritti/doveri dell'allevatore non terminano qui, bensì, alla cessione del proprio prodotto d'allevamento deve assicurarsi che risponda un'adeguata sistemazione abitativa e sociale (ambiente di vita, cure e attenzioni).

Il cinofilo deve realizzare appieno in cosa consista il possesso e la gestione di un cane da pastore tedesco, perciò l'allevatore ancor prima di considerare la cessione del proprio cucciolo é tenuto ad assicurarsi circa l'effettiva attitudine del cinofilo e in caso negativo recedere qualora le condizioni di ospitalità e/o le capacità individuali (attitudini e capacità fisiche e psichiche) dovessero disattendere i principi di base del benessere animale.

(art. 21 - Codice etico dell'allevatore: "assicurarsi che l’acquirente si renda conto della responsabilità di detenere un cane e sia conscio delle caratteristiche morfologiche e comportamentali della razza").

Il soddisfacimento delle condizioni economiche utili per dar seguito alla transazione fra le parti costituisce solo la fase di definizione nell'ambito del rapporto allevatore/cinofilo in occasione della cessione di un cucciolo di razza certificata.
L'etica allevatoriale impone tutta una serie di verifiche alle quali pervenire, difatti, concorrono diversi fattori elettivi o requisiti cinofili da considerare nel potenziale estimatore della razza canina, come le capacità psico-fisiche, la propensione attitudinale alla gestione del cane, l'idoneità dell'ambiente di destinazione e gli eventuali utilizzi, ecc, ecc....

Purtroppo non pochi sono i casi dove il cinofilo, quasi sempre novizio della razza, realizzi a posteriori di non aver ottenuto piena soddisfazione dalla transazione intrapresa col tale allevatore ("allevatore" oggi è un termine alquanto abusato).
Non è infrequente che l'appassionato non veda coronare appieno le aspettative riposte sull'esemplare di pastore tedesco desiderato, nonostante aver sostenuto una spesa da intendersi "confacente" all'ottenimento di un soggetto sano, in possesso di buoni pregi di razza.

* Codice etico dell'allevatore
(sottoscritto dal titolare all'atto della concessione dell'affisso cinofilo ENCI)

L'allevatore deve essere in possesso di grande passione, serietà, esperienza e competenza, oltre ad esercitare una scrupolosa verifica dei criteri di selezione del cane da pastore tedesco. Questi ed altri ancora sono i validi presupposti affinché affidabili siano i riscontri circa la produzione cinotecnica.
La maggiore gratificazione per l'allevatore di pastore tedesco consta nel dotare i cinofili di un animale d'affezione sano di costituzione e carattere, in linea con i dettami della razza come da standard.
Nella gran parte dei casi purtroppo, tali regole non vengono assolutamente osservate. 
Si preferisce agire diversamente, producendo esemplari canini (seppur dotati di pedigree, nella migliore delle ipotesi) senza che vengano osservate le più elementari cautele di cinotecnia applicata.
A fare le spese degli scellerati comportamenti di coloro che si autodefiniscono allevatori è l'integrità di razza del cane da pastore tedesco e di conseguenza il tale esemplare canino, frutto di metodiche riproduttive totalmente disattese, segue poi l'ignaro cinofilo, ovvero l'acquirente del cane sul quale ricadono i pesanti oneri di una produzione canina intrapresa con metodiche poco ortodosse (frequenti visite presso il veterinario di zona, ricorso a costosi farmaci, terapie vitalizie, svariati esami specialistici, adozione di costosi alimenti specifici, interventi chirurgici, ecc. ecc.).

Il buon senso impone di riferirsi agli specialisti del settore. 
Esperti ed affermati allevatori ai quali potersi affidare concretamente, senza temere di vedersi disattese le proprie aspettative e quindi ottenere il tanto desiderato esemplare di cane da pastore tedesco di qualità!

"Una sana passione cinofila improntata verso una particolare razza canina, la si può principiare
e sviluppare solo dotandosi d'un esemplare che rappresenti appieno le peculiarità raziali, come da standard".
                           (Dario Sgroi)

Il cinofilo che approccia ad un allevamento di rango, ove nette e palesi sono le competenze in materia cinotecnica, da par suo deve poter ambire ad un esemplare di pastore tedesco in grado di soddisfare appieno le proprie aspettative, istintuali o idealizzate che siano. 

Una volta sviluppato in età matura, ancor maggiormente evidente esiterà la scelta iniziale del soggetto di qualità, il raffronto con altri consimili risulterà sufficientemente esemplificativo: i cuccioli sono tutti splendidi e amorevoli, però accennando ad esemplari di razza riconosciuta, vincolati a parametri morfologico-caratteriali ben definiti, non é possibile trascendere dalle regole cinotecniche più ovvie. 

La concessione dell' affisso cinofilo: un iter meramente "burocratico". 

Non sono previsti per l'aspirante allevatore esami attitudinali che ufficializzino l'opera di allevamento (struttura d'accoglienza idonea, adozione delle più elementari misure di profilassi sanitaria, competenze nutrizionali, conoscenze di base medico veterinarie, ecc, ecc). 

Meno che mai figura alcun test o corso attitudinale introduttivo alle conseguimento di competenze specifiche che abilitino l'aspirante allevatore alla selezione raziale (criteri d'allevamento, scelta del riproduttore e della fattrice, monitoraggio generazionale in merito ai requisiti di costituzione e psichici, loro funzionalità e applicativi, ecc, ecc).

I requisiti di base sono solo circostanziali, ad esempio il solo possesso di 2 fattrici, aver prodotto 3 cucciolate e con esse aver conseguito presso esposizioni non propriamente specialistiche per la tale razza (ENCI) risultati giudicali, infine, il pagamento di un bollettino in ccp di 600 euro sancisce la definizione della pratica per la concessione di affisso cinofilo riconosciuto ENCI/FCI (vedi descrizione organismi internazionali per la cinofilia - pag.1) requisito formale che fornisce al conduttore titolo ad allevare addirittura "tutte le razze canine riconosciute dalla FCI" (ad oggi circa 400!). Basta dare un'occhiata alla vigente classificazione cinologica FCI - alla netta diversità tipologica, morfologica e attitudinale delle varie etnie canine per comprendere la velleitaria incongruenza di fondo della stessa concessione. 
Con tali presupposti appare chiara la mancanza di effettive garanzie cui il cinofilo incorre, sebbene si riferisca presso un allevamento con affisso cinofilo riconosciuto" ENCI/FCI - la qualità dell'esemplare canino di razza cui ambisce in cuor suo non può dirsi sufficientemente cautelata da requisiti formali, a prescindere dal prezzo d'acquisto.

L'acquisto del pastore tedesco da singoli "passionisti" o "allevatori improvvisati"

In quanto agli accoppiamenti (e relativa progenie) determinati da scarse competenze cinotecniche del passionista della razza (inserzioni presenti nelle bacheche virtuali o in forma cartacea) si denota un'ampia quanto ingiustificata enfasi propositiva (cucciolo di razza, figlio di campioni nazionali, internazionali, ecc, ecc) dove viene illustrato sommariamente il prodotto del tale accoppiamento (la cucciolata).

Il prezzo d'acquisto quasi sempre è modico (400-600 euro/ cucciolo) giusto per invogliare il neofita della razza "poco esigente" ad usufruire di esemplari di pastore tedesco avendo l'opportunità di risparmiare in modo consistente rispetto un allevamento riconosciuto Enci/Fci nel quale oltre la plusvalenza data dalla sua fama (presunta o reale che sia), graverebbero anche i fisiologici costi di gestione generale.

Nei contesti "fai da te" la consegna del cucciolo quasi sempre avviene al di sotto dei 60 giorni, affinché persino la profilassi vaccinale (sverminazione + primissime vaccinazioni) figurino a carico dell'ignaro acquirente senza considerare che affidando a terzi un cuccioletto quasi svezzato dalle cure materne, non opportunamente autonomo in fatto di alimentazione solida, non coperto da un idoneo range anticorpale, ecc, ecc, così facendo si mette a repentaglio la sua stessa esistenza. 

Ma non solo. Le tappe evolutive, progressive fasi stadiali inerenti lo sviluppo evolutivo del cucciolo, se non hanno modo di essere compiutamente assolte possono influenzare negativamente la maturazione dei caratteri psichici e il conseguente comportamento sociale. 

Senza perciò voler generalizzare negativamente, ammesso pure che una minima quota percentuale di tali iniziative vengano intraprese a fronte di accorgimenti basilari, quanto ciò non può dirsi sufficiente per garantire un'oculata procedura riproduttiva.

Nella migliore delle ipotesi, ammesso vengano impiegati esemplari tipici della razza, dotati persino di pedigree (Enci o in ogni caso riconosciuto FCI), gradevoli alla vista, strutturalmente imponenti, dai vivi colori di manto, debitamente radiografati e ritenuti idonei alla riproduzione, almeno secondo il solo criterio diagnostico della displasia dell'anca (A sul certificato), ecc, ecc, questi pochi requisiti formali, presi da soli non possono garantire il cinofilo.

L'atto riproduttivo prevede l'adozione di preliminari misure cautelative a beneficio della fattrice in riferimento ai fondamentali obblighi burocratici e medico veterinari:

1) fattrice in possesso di pedigree ENCI/FCI con attestazione della A (attitudine alla riproduzione per quanto concerne la displasia dell'anca - previa esecuzione radiografia presso gabinetto veterinario autorizzato e contestuale invio del pedigree ad una Centrale di lettura riconosciuta ENCI/FCI). 

2) Controllo veterinario di buona salute, verifica del libretto sanitario

  1. a) vaccinazioni avverso le patologie virali più comuni;

  2. b) trattamento annuale per le patologie endemiche, ecc, ecc);

  3. c) trattamento vaccinale preliminare avverso herpes virus;

  4. d) dieta ottimale nel periodo gestionale che fornisca alla prole una fase di lattazione ideale, ecc, ecc.

A titolo d'informazione il controllo radiografico, l'assolvimento dei controlli di routine comportano una spesa di qualche centinaio di euro.

L'adozione di ulteriori cautele (strisci ormonali, ecografie, ecc, ecc,) sono ulteriori atti economicamente onerosi, prerogativa degli allevamenti di rango al fine di ottenere incontestabili dati sull'effettiva gravidanza della fattrice, visto il pregio raziale della produzione cinotecnica.

3) Identità certificata dei cuccioli prodotti (presentazione modelli ENCI A e B, pagamento presso Ass. prov. Enci e relativa quota d'iscrizione x cucciolata/12-34,10 euro x cucciolo cui assommare il costo per l'inoculazione sottocutanea del microchip identificativo/ca 20,oo euro).

4) Libretto sanitario (profilassi vaccinale del cucciolo che consiste in controllo delle feci, trattamento antielmintico, almeno 4 vaccini regolati da apposito protocollo di inoculazione con relativa tempistica/60 euro cucciolo). 

In quanto a qualità di razza non si é fatto alcun accenno, e sebbene il pedigree possa certificare la razza e le ascendenze dello stallone o della fattrice occasionale, in quanto a tipologia, morfologia e carattere nessuna indicazione può essere fornita. 

Ciò non di meno potremmo anche essere parecchio distanti da quanto effettivamente consta il Cane da pastore tedesco propriamente detto.

Sia chiaro, qui di sopra enunciate sono solo le primarie cautele da intraprendere a fini riproduttivi - mentre nell'allevamento sistematico, osservante di una oculata selezione cinotecnica, i criteri da adottare sono mirati, specifici, a garanzia di una qualità produttiva in linea con i canoni raziali, come indicati dallo standard.

Il pastore tedesco di qualità é alla portata di tutti!

L'impiego di esemplari "giudicati" presso esposizioni specialistiche riconosciute dalla rispettiva associazione cinofila per la razza, che abbiano ottenuto una serie di valutazioni certificate di tipo morfologico e caratteriale, potrebbe condurre ad una più certa definizione qualitativa dell'allevato. Ma non è sufficiente neanche tale accorgimento per giungere ad un allevato di qualità!

Il solo raggiungimento di positive valutazioni cinognostiche (disponendo di un esemplare canino effettivamente meritorio) comporta un dispendio in tempo e denaro non indifferente. 

Un esemplare di pastore tedesco "potenzialmente meritevole" di giudizi cinognostici quantomeno rassicuranti in riferimento a struttura corporea e caratteri psichici, ritengo sia argomento da trattarsi in altra sede, in ogni caso prerogativa di una produzione cinotecnica mirata. 

E' opinione diffusa in una moltitudine di persone, superficialmente attratte da un modello idealizzato di cane da pastore tedesco (vedi i vari film, telefilm ecc. ecc), non ambire ad esemplari che abbiano la concreta possibilità di ben figurare presso i raduni cinofili specialistici. 

Naturalmente, tale preconcetto ha una sua logica determinazione in quanto al pastore tedesco meritevole di ottenere una positiva valutazione giudicale si associa un prezzo d'acquisto adeguato ad effettivi pregi e doti raziali quindi il cinofilo poco attento perviene erroneamente ad una distinzione sommaria, condizionata esclusivamente dall'aspetto economico. 

In tal senso, deriverà una sorta di cane da pastore tedesco "utilitaristico" o economico e un altro tipo inavvicinabile "da potenziale espositivo" fondamentalmente più oneroso da acquisire, in taluni casi quasi discreditato da una certa fascia di persone molto poco efferate in materia cinofila.

Invero, la diffusione senza regole di un sottomercato non specialistico nell'ambito cinofilo ha decretato molta confusione in coloro che almeno a parole si definisco appassionati del pastore tedesco, mentre quanto non sembra ancora essere ben fissato come messaggio di fondo consta nel fatto che il lavoratore dipendente a reddito medio come anche il professionista economicamente agiato, entrambi hanno modo di approcciare al meglio per quanto concerne il cane da pastore tedesco in possesso di requisiti razziali da Eccellente!

La differenza economica fra un cucciolo prodotto senza alcuna cautela di tipo allevatoriale, meno che mai prettamente selettiva, ed un altro, frutto di un'oculata opera cinotecnica, potrebbe risultare immediata ed evidente.

Il range 1200/1500 euro si rende esemplificativo della media nazionale per un cucciolo femmina e/o maschio di buona qualità - tuttavia la spesa non deve dissuadere l'aspirante cinofilo dal compiere la scelta giusta, che lo preservi quantomeno dal compiere esperienze non del tutto piacevoli.

Un cuccioletto proposto a 400-600 euro, in tutta obiettività, dovrebbe essere regalato o quantomeno corrispondere economicamente al massimo del rimborso delle spese vive per la sua nascita e immediata profilassi vaccinale (100-200 euro). 

Il range di prezzo fino a 800 euro è subdolo perché attrae i cinofili che ritengono di effettuare una scelta economicamente congrua per approdare ad un soggetto di qualità, ma nella maggioranza dei casi così non é. Non a caso, per evidenziare la poca informazione vigente fra i "passionisti di pastore tedesco" a questa fascia di prezzo vengono ceduti esemplari a manto lungo (da squalifica)!

Intendiamoci..è possibile riferirsi presso il tale allevamento, spendere oltre 1000 euro ed al contempo pervenire ad un esemplare di scarsa qualità raziale! 

In effetti, osservare il solo parametro economico non sempre conduce il cinofilo ad ottenere il cucciolo in possesso di indubbi pregi e doti di razza cui egli ambisce da tempo.

La scelta del cucciolo in rapporto a Prezzo/Qualità

L'assistenza dell'allevatore competente

Nell'arco dei primi 12 mesi, esaminando la situazione dal solo punto di vista economico, il divario dei costi sopra considerati tenderà ad invertirsi, Nella gran parte dei casi il cucciolo non opportunamente selezionato e/o allevato, acquistato presso un'entità non debitamente qualificata per quanto concerne l'allevamento della razza, diviene oggetto di molteplici spese per far fronte alla sua gestione generale (visite veterinari, trattamenti vari, esami, alimenti particolari, ecc, ecc.).

Assommando il prezzo d'acquisto iniziale, seppur apparentemente modesto, ai costi d'esercizio occorsi quantomeno nel primo anno di vita, il cinofilo realizzerà una spesa complessiva quantomeno pari se non superiore rispetto al prezzo mediamente praticato negli allevamenti di qualità per l'acquisizione di un cucciolo di pastore tedesco in possesso dei requisiti di razza, come da standard!

Le cause adducibili all'attuarsi di tale condizione possono essere molteplici. In prima battuta dovute alla mancanza d'assistenza allevatoriale ove il cinofilo, non debitamente assistito durante la fase di accrescimento del cucciolo, viene lasciato libero di commettere, seppur involontariamente, errori grossolani a danno della salute del cucciolo. 

Numerosi e conseguenti saranno i consulti medico veterinari, motivati da futili motivi (eccessiva apprensione) come anche giustificati da terapie, esami specialistici, qualora esitino le condizioni patologiche del caso.

I cuccioli di pastore tedesco, indistintamente dai pregi di razza, sono tutti bellissimi!

Cosa dire dei contributi fotografici qui di seguito proposti?

E' ovvio e persino scontato che il neofita della razza canina cada in plausibili errori di valutazione qualora gli vengano proposti dei cuccioli paffuti, dallo sguardo languido, bisognosi d'affetto! 

A prescindere dall'attrazione in grado di suscitare nell'appassionato della razza, non è consigliabile entrare in possesso di un cucciolo al di sotto dei fisiologici 60 giorni d'età. 

Motivi di ordine pratico-gestionale (svezzamento alimentare), sanitario (profilassi vaccinale) ed etologico (svolgimento tappe evolutive) prevedono che lo stesso allevatore si esuli dal cedere a terzi il cucciolo prodotto, mai al di sotto delle 9 settimane!

Anche agli occhi di un neofita obiettivo paiono da subito evidenti le differenze tipologiche e morfologiche riconducibili ad un cucciolo rappresentativo di un concreto imprimatur selettivo, rispetto una tipologia d'allevato generico, non sufficientemente tutelata nelle imprescindibili caratteristiche di razza.

Le immagini proposte secondo fascia d'età si commentano autonomamente, ad attestare senza ombra di dubbio che all'accezione "cane da pastore tedesco" corrispondono nel pratico molteplici entità e tipologie allevatoriali.

Generalizzare su questo fondamentale assunto costituirebbe un grave errore di valutazione qualora l'estimatore della razza canina intenda pervenire ad un esemplare di qualità cinotecnica.


Cuccioli di pastore tedesco al di sotto dei 60 giorni di vita:

cuccioli pastore tedesco

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco

Anche fra i piccolissimi, senza essere esperti della razza, traspare una certa differenza tipologica e morfologica.

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco
cucciolo pastore tedesco

Cuccioli di 9-10 settimane di vita, sufficientemente autonomi per assolvere al cambio di destinazione.

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco
cucciolo pastore tedesco

Anche in questo esempio non è complicato rilevare le diverse tipologie d'allevato.

cucciolo pastore tedesco

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco

Note: la consegna del cucciolo, nello stato di salute e forma fisica in cui si trova, riveste un'importanza fondamentale. Molto di frequente, profilassi vaccinali mal eseguite, disturbi intestinali pregressi o non del tutto ben esitati e/o condizioni patologiche che interessano l'apparato GI del cucciolo, sono alcune fra le più ricorrenti evenienze che incidono fortemente sulla sua presa in carico.

Lo stress da separazione (dal sito d'allevamento alla nuova destinazione abitativa) è un evento cui il cucciolo necessariamente deve far fronte. Non in pochi casi, a seguito di tale disagio, concorrono sintomatologie di tipo psicosomatico. 

In questo particolare contesto è opportuno che il cinofilo segua le istruzioni fornite dall'allevatore circa le cautele da adottare affinché il nuovo componente del "branco" familiare abbia ad integrarsi nel modo più consono possibile attraverso il corretto espletamento delle seguenti azioni:

  • contatto (percezione tattile in grado di attestare presenza);

  • calore (il contatto corporeo veicola calore, percezione sensoriale che induce nel cucciolo sicurezza, protezione, e specie nei mesi freddi, supporto della funzione termoregolatrice);

  • soddisfazione alimentare (bisogno primario. Il cucciolo di PT è molto vorace, deve far fronte ad un fabbisogno energetico perché egli possa svilupparsi adeguatamente. La dieta da somministrare dovrà rendersi disponibile ad orari ben precisi della giornata, essere appetibile ed esaustiva nell'apporto di nutrienti, dal punto di vista quantitativo - qualitativo).

  • attività ludico-motoria-sociale (insieme di attività fisiche e interazioni socializzanti alle quali il cucciolo dovrà rapportarsi di concerto ai componenti del "branco" d'adozione).

  • riposo (il cucciolo di PT richiede di molte ore di riposo - è opportuno lasciargliele disporre).

Ulteriori tipologie di allevato ( scarsa qualità cinotecnica ):

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco

cucciolo pastore tedesco cucciolo pastore tedesco

Al traguardo ideale dei 12 mesi, ovvero, lasso di tempo utile per osservare nel pastore tedesco la definizione del fenotipo a seguito dello sviluppo giovanile, l'ideale raffronto tra le concezioni riproduttive - a prescindere dai relativi costi -  risulterà palese e visivamente rilevabile anche al neofita della razza.

Un esemplare la cui parvenza tipologica ricordi il cane da pastore tedesco da standard, giusto come aspetto esteriore, non può definirsi propriamente tale, anche se provvisto di un certificato d'origine. 

In tutta sincerità, occorre acuire un appropriato metro di valutazione perché un esemplare possa definirsi compiutamente "cane da pastore tedesco", motivo per il quale, lato cinofilo, prima d'intentare una scelta affrettata, motivata da fattori fuorvianti, sarebbe quantomeno auspicabile formarsi un'idea più definita sull'etnia canina di riferimento, leggere lo standard FCI che regola i parametri morfologici e caratteriali e ancora informarsi adeguatamente prima d'incorrere in esperienze poco soddisfacenti.

Questo sito web, sin dalla sua registrazione in rete "tenta" di fornire un'informazione netta e comprensibile agli estimatori del cane da pastore tedesco affinché giunga chiaro il concetto di razza canina e le intrinseche caratteristiche tipologiche, morfologiche e comportamentali.

Ad oggi si generalizza con fin troppa disinvoltura accennando al Cane da pastore tedesco. Una cosa è certa, non tutti gli esemplari sono eguali, come anche il concetto allevatoriale attraverso il quale essi sono stati generati si differenzia nettamente relativamente all'azione cinotecnica intrapresa.

Nella gran parte dei casi, i comportamenti superficiali, più o meno consapevoli, riconducibili ad un processo riproduttivo non debitamente programmato sulla base di effettivi presupposti di ordine cinotecnico, siano essi determinati da iniziative più o meno strutturate, contribuiscono al progressivo scadimento qualitativo della razza e delle peculiari caratteristiche etniche (tipologia, morfologia, carattere).

Inoltre, non adottando compiutamente le più elementari norme e cautele inerenti la produzione di esemplari di razza, anche per quanto concerne la sanità costituzionale non é escluso che nell'allevato si determinino ripetizioni sistematiche di molteplici difetti ereditari di varia eziologia (disturbi articolari e/o rachidei, malattie trasmissibili a carico delle funzionalità digestive, endocrine, cardiocircolatorie, ecc, ecc) mettendo a repentaglio la qualità di vita degli esemplari derivati da accoppiamenti non debitamente verificati da un pregresso monitoraggio generazionale (progeny-test).

Inutile accennare ai patemi d'animo, allo stato di apprensione cui l'ignaro quanto incauto cinofilo dovrà far fronte al determinarsi di *eventi a danno della salute del proprio esemplare di pastore tedesco (o supposto tale); qualora non si verifichino problematiche in tal senso, quasi sempre le qualità di razza patiranno deficit (difetti, tare e vizi) più o meno evidenti in ordine alle intrinseche caratteristiche di tipo, morfologia e caratteri psichici, come da standard.

*frequenti ricorsi a prestazioni medico veterinarie, progressivo dispendio in denaro. 


Un ultimo accenno all'iscrizione dei cuccioli ed al rilascio di un pedigree ufficiale ENCI

Ebbene, anche questo passo è solo burocratico avendo ben poco di qualitativo (senza contare i molteplici risvolti poco limpidi cui tale procedura è soggetta). La lettura di un pedigree non è molto chiara ai neofiti della cinofilia. 
Le generazioni iscritte e relativi elementi didascalici (vedi legenda) certificano l'origine, mentre la valutazione delle ascendenze, intrapresa come singolo criterio d'allevamento, può dirsi solo complementare ad ulteriori accorgimenti di ben altra valenza, dal punto di vista cinotecnico. 

Quante volte si é inteso proclamare: il tale cucciolo è figlio, di campioni! Poi che l'ascendenza risalga al 3° o al 5° grado di parentela poco tange! 

Nella maggioranza dei pedigree emessi, in effetti non é inconsueto rilevare nomi di esemplari eletti campioni nazionali o internazionali. Non è certo il criterio delle ascendenze a costituire sinonimo di qualità nel singolo cucciolo! 

Risalendo i percorsi dinastici è persino auspicabile che il proprio cucciolo si rifaccia al primo esemplare di pastore tedesco come Hektor von Linksrhein o male che vada ad un suo diretto consanguineo, come Luchs Sparwasser o Mari Grafrath! 

I presupposti selettivi cui far fede sono numerosi e non si limitano alla sola menzione delle ascendenze notorie, alle volte dettate maggiormente da tendenze del momento (linea di sangue o stallone alla moda), ancor più che riconducibili ad effettive esigenze e cautele atte al mantenimento e all'integrità delle intrinseche peculiarità raziali. 

In conclusione, il cinofilo è soggetto a molte incognite allorquando intenda cimentarsi nella scelta di un esemplare di razza (nel qual caso il cane da pastore tedesco). 

E' di fondamentale importanza riferirsi presso un allevamento dove nette si evincano le competenze cinotecniche e altrettanto palese risulti il rispetto e la passione verso la razza canina prodotta (specializzazione monorazza, preferibilmente). 

Allo stesso modo, l'estimatore, lecitamente desideroso d'approcciare ad un esemplare di pastore tedesco detentore di indubbi pregi e doti raziali, dovrà essere ascoltato, tenuto nella dovuta considerazione, opportunamente instradato dall'allevatore secondo le proprie effettive attitudini cinofile, assistito e supportato opportunamente nella gestione dell'esemplare canino (da verificare la predisposizione della persona nel detenere e relazionare adeguatamente con un cane da pastore di taglia medio grande). 

In conclusione

I punti tematici sopra esposti possono dirsi soltanto introduttivi ad un argomento cui si rende opportuna la massima cautela. Un esemplare di pastore tedesco mediamente ha modo di convivere nella famiglia di adozione per almeno 14-15 anni.

Avere l'occasione di entrare a stretto contatto con operatori del settore allevamento la cui competenza ed etica professionale siano pubblicamente riconosciute rappresenta la massima garanzia ottenibile per il passionista neofita del cane da pastore tedesco.


I proclami altisonanti, ridondanti, riscontrabili in molteplici siti web relativi a svariati contesti allevatoriali non devono trarre in inganno il cinofilo. Molte sono le contraddizioni e persino le inesattezze in materia cinotecnica, cinognostica, cinologica, rilevabili dalla semplice lettura dei loro contenuti. 
Addirittura si riscontrano diciture inammissibili, pseudovarianti raziali, invenzioni varie: 

Pastore tedesco alsaziano o pelo lungo, Pastore tedesco di razza gigante, oppure la variante altendeutsch se non altro per giustificare e probabilmente ingentilire un esemplare canino avente tipologia prossima al cane da pastore tedesco, dalla mole fin troppo esuberante, dal manto non compreso nei modelli annoverati dallo standard. E ancora, pastore tedesco a manto bianco, blu, ecc, ecc, ecc.

Insomma, un mercato penoso per certi aspetti, fuorviante, votato a solo fine di lucro! 

Il tutto va a danno del cane da pastore tedesco e della sua integrità raziale. Basti pensare che a distanza di pochi decenni dalla ratifica ufficiale (1899) divenne la razza canina più nota nei 5 continenti, nonostante prima una e poi la seconda guerra mondiale limitarono notevolmente il corso della selezione sin là ottenuta. 

Oggi in Italia, quasi miserevolmente, si assiste ad un progressivo decremento delle nascite e di conseguenza delle nuove iscrizioni di cani da pastore tedesco. Da razza canina quantitativamente più allevata, da qualche anno a questa parte è stata sopravanzata dal Setter (16.000 a fronte di 16.800 - vedi statistiche ufficiali FCI - anno 2005) facendo registrare una vistosa flessione numerica, se si paragona tale dato statistico alle 24-28.000 unità relative a 5-10 anni indietro).

Non a caso nel web si rinvengono annunci dove si propongono cuccioli di pastori tedesco o reputati tali, addirittura con o senza pedigree, a seguito di un ulteriore sgravio sul prezzo d'acquisto! Semplicemente allucinante! Purtroppo, molte persone (non le definirei compiutamente "passionisti del pastore tedesco") incautamente accedono ad un sistema di mera compravendita dandogli linfa e prosecuzione, ove nel qual caso, la definizione teorica e pratica di Cane da pastore tedesco attende a riscontri piuttosto approssimativi.

Di seguito sono espressi alcuni punti nodali meritevoli di uno spunto di riflessione relativamente alla scelta dell'esemplare di pastore tedesco. 

In bocca al lupo!

Dario Sgroi - 2009

* Note: contributi fotografici di giovani esemplari canini tratti dal Forum Italiano del pastore tedesco
http://www.forumpastoretedesco.org

sito informativo sul Pastore tedesco

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