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Articolo sul Cane Corso del Professor Danilo Mainardi

articolo apparso sulla rivista Espresso del 1984 N° 42

CANE CORSO. Ne ho visti un paio, in fotografia, neri.
Poi, più recentemente, ho ammirato la foto d' una bella testa.
So dunque pochissimo, nella realtà, di questo antico cane italiano che tra un po' d' anni forse noi tutti impareremo a conoscere.
Il cane corso però sta dentro i miei pensieri da molto tempo.
Ho sentito racconti da un amico foggiano, ho letto ciò che ho potuto ed anche ho fatto fantasie.
Ho imparato, soprattutto, a scoprirlo dentro un altra razza, ed è stato questo speciale esercizio, credo, che m' ha fatto appassionare ad un cane che, nella sua concretezza, m' e in fin dei conti ignoto.
Devo parlare del pastore abruzzese.
E' una razza oramai ben definita, con precise caratteristiche, allevata da gente che sta attenta allo standard ed elimina tutto ciò che da questo s' allontana. Cosi uno può studiando i campioni, farsi un' idea precisa, astratta di come dovrebbe essere, secondo le regole ufficiali, l'abruzzese (anzi:il maremmano-abruzzese).
Ed io con questa idea disegnata nella mente me ne andavo passeggiando-erano giorni nervosissimi per la bella Pescasseroli.
Passeggiavo e guardavo i cani (e' un mio divertimento).
E i robusti cagnoni di lassù spesso spesso portavano scritto dentro un qualcosa che nei corrispettivi di città non c' era.
Per farla breve: portavano una spruzzata di molossoide.
Mi è un po' difficile spiegare, ad ogni modo dirò cosi: l' abruzzese ufficialmente codificato è un cane lupoide, ha cioè il profilo del capo allungato, la testa piuttosto stretta, il muso lungo, ed anche il tronco è piuttosto appiattito sui lati.
Il tocco molossoide si legge, invece, in una testa che è più pesante, più larga e più tozza (brachicefala invece che dolicocefala), ed anche il muso è più corto e più largo. 
Il tronco poi è "a botte".
Inoltre (dimenticavo) nel profilo del muso della forma molossoide il salto naso-frontale è assai più accentuato che in quello lupoide.
Gran bei cani, a mio parere, quei pastori molossoidi fuori dalle regole, e gravidi di storia, perché quel tocco che li fa, tutto sommato, un poco "orsini", ha un suo significato.
Ci racconta (e ci ricorda) la transumanza dagli alti pascoli d' Abruzzo al tavoliere delle Puglie.
Laggiù il cane da pecore abruzzese incontrava il molosso locale, il cane corso dei carrettieri di Puglia.
E cosi non raramente le cagne se ne tornavano, nel viaggio di ritorno, portando nella pancia quei geni il cui risultato ancor ora è bello leggere nei bianchi cani di Pescasseroli.
E cosi ora sapete (almeno un poco) chi è il cane corso.
E' l' antico molosso meridionale svelto ma insieme robusto che alcuni appassionati stanno cercando di recuperare, di rendere razza nel senso moderno " CORSO ", ho appreso, deriva dall' antico provenzale e significa, appunto, robusto; il termine sopravvive ancora, pensate un po', nella lingua inglese colla parola "coarse" grezzo.
Il cane corso può essere nero, grigio, fulvo,mogano, tigrato su fondo grigio oppure su
fondo mogano.
In passato era anche, non Infrequentemente, bianco.
E' un guardiano irriducibile, ha una spiccata propensione per l' addestramento.
E' bellissimo.
Lo attendo con ansia.

Prof. Danilo Mainardi

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