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     Cani al freddo: cosa fare? 
    La prof. Paola Scarpa dell'Università di Milano illustra le possibili patologie del clima più rigido. 
     
    a cura di Elena Rimessi 
      
    Oggi il cane è uno degli animali domestici più viziati
    e amati dall'uomo ma in passato non sempre ha goduto di questa sorte
    favorevole: costretto in catene, viveva al freddo, fuori dalle abitazioni.
    Forse, anche per questo, noi umani fatichiamo a comprendere con esattezza la
    vera "percezione" che ha della temperatura il nostro amico. 
     
    Prof. Scarpa, partiamo da una
    domanda banale ma ricorrente: 
    il cane soffre il freddo? 
     
    I cani possono soffrire il freddo. Le basse temperature, gli sbalzi termici
    e le correnti d'aria possono influire sul loro stato di salute. Alcuni
    soggetti sono più a rischio: 
    
    Anche i pazienti con patologie ormonali hanno maggiore
    difficoltà  a regolare la loro temperatura corporea. 
    E' intuibile che i cani a pelo raso (es: Dalmata o Boxer) saranno più
    esposti al freddo rispetto a quelli con pelo folto e lungo. In questi
    ultimi, il mantello fungerà da "isolante". Pensiamo solo al
    sottopelo morbido, lanoso e fitto proprio delle razze nordiche (Siberian
    Husky, Alaskan Malamute): un mantello che li rende idonei alle basse
    temperature dei paesi del Nord. Oltre al freddo bisogna tenere conto
    dell'umidità e del vento; infatti la dispersione di calore è maggiore in
    presenza di vento oppure se il cane è bagnato. 
     
    Fino a che temperatura possono
    dormire all'aperto i nostri amici pelosi? 
     
    Agli animali deve essere sempre offerto un riparo. 
    Indipendentemente dalla temperatura, in ogni stagione. 
    Durante l'inverno, anche se si tratta di razze a pelo lungo, devono però
    essere "attrezzati" in maniera opportuna con un riparo idoneo che
    li protegga dal freddo, dal vento e dalla pioggia. Ci sono in commercio
    delle splendide cucce (in legno, in resina, etc). L'importante è che il
    pavimento sia isolato dal terreno o sollevato da terra e che siano
    impermeabilizzate. Molte sono progettate con dei sistemi di riscaldamento
    che, posti nello spessore della pavimentazione, consentono ai nostri amici
    di poter sopportare gli inverni anche nelle nostre regioni. Al loro interno
    potrebbero esserci paglia o coperte, che però andrebbero frequentemente
    rimossi e mantenuti puliti. E' da sottolineare che, se un cane vive
    all'aperto, d'inverno aumenteranno i suoi fabbisogni nutrizionali. 
    Consumerà di più proprio per mantenere la termoregolazione. Perciò sarà
    necessario modificare il regime alimentare, aumentando anche sensibilmente
    l'apporto energetico. 
      
    Il rischio principale
    dell'inverno si chiama ipotermia. Come si manifesta? 
     
    Ipotermia significa che la temperatura corporea scende sotto i limiti di
    normalità. I segni clinici ed i sintomi variano a seconda della gravità:
    tremori, lentezza dei movimenti, sonnolenza, torpore, diminuzione della
    frequenza respiratoria e cardiaca, fino al coma.  I cani esposti a
    lungo a basse temperature, soprattutto in presenza di vento, sono a rischio; 
    al di sotto di 0°C diventa rischioso anche lasciarli in macchina. Se si
    vede l'animale tremare e acciambellarsi per evitare la dispersione del
    calore, se si sente uggiolare, se cogliamo segni di ansia e i movimenti ci
    sembrano più lenti, se il cane cerca luoghi per proteggersi dal freddo,
    corriamo subito ai ripari e forniamogli tepore. 
     
    Quali sono le altre patologie
    legate alle basse temperature? 
     
    Le patologie dell'apparato respiratorio: bronchiti e polmoniti. Possono
    determinarsi patologie a carico dell'apparato gastroenterico; spesso i cani
    si divertono a mangiare la neve: questo facilita l'insorgenza di violente
    gastriti. Gli animali con problemi articolari o artrosi hanno maggiore
    difficoltà nel periodo invernale. E' necessario asciugare i cani al termine
    delle passeggiate sotto la pioggia per evitare ripercussioni sul loro stato
    di salute. Ricordiamo che i cani di taglia piccola o con le zampe corte si
    bagnano addome e torace più facilmente per il contatto con neve o
    pozzanghere. I proprietari devono prendersi cura del mantello del proprio
    animale soprattutto nel periodo invernale. Nei cani a pelo lungo la neve può
    formare dei piccoli blocchi di ghiaccio sotto le ascelle e tra le dita,
    rendendo anche difficile il movimento. Non trascuriamoli. Ricordiamoci,
    inoltre, che in questo periodo dell'anno vengono comunemente utilizzati
    prodotti molto tossici: ad esempio l'antigelo. Sono estremamente velenosi e
    purtroppo, se non tenuti in luoghi sicuri, vengono ingeriti con una certa
    frequenza a causa del loro sapore dolciastro, risultando spesso letali. 
      
    Molti proprietari di animali, per
    fronteggiare gelo, neve e pioggia, ricorrono a piumini e a cappotti anti-freddo. 
    Servono davvero o soddisfano solo il nostro desiderio di avere un animale
    alla moda? Quali accorgimenti consiglia ai nostri lettori? 
     
    La risposta corretta è che i "cappotti" potrebbero servire ai
    cuccioli, ai soggetti anziani ed ai cani a pelo raso, ma che spesso sono
    utilizzati a sproposito per soddisfare i desideri del proprietario. Non
    necessariamente questo desiderio riflette vanità o volontà di perseguire
    la moda, più spesso riflette una reale preoccupazione del proprietario per
    la salute del proprio animale oppure la volontà di "antropomorfizzare"
    il proprio animale (si percepisce il cane non come animale ma come essere
    umano). 
    Questo è un eccesso che, a mio parere, a volte mina la dignità dei nostri
    amici. Per cui è giusto prendere in considerazione cappotti o impermeabili
    nei soggetti che sono più a rischio per età, tipologia di mantello o in
    presenza di un "precario" stato di salute. E' indubbiamente più
    comodo mettere l'impermeabile ad un cane a pelo lungo prima di una
    passeggiata sotto la pioggia che dover passare poi il pomeriggio ad
    asciugarlo ed anche questo è un compromesso più che accettabile. Teniamo
    conto anche che esiste un business notevole che ruota attorno al
    "pet" e che è in grado di fare pressioni sui proprietari toccando
    "corde" molto intime. Il consiglio è quello di guardare il
    proprio animale con affetto e rispetto, per capire quali sono le sue
    esigenze (trema durante la passeggiata? Mette il cappotto volentieri?) e
    quindi confrontarsi con il proprio medico veterinario di fiducia. 
      
    Con l'arrivo dell'inverno,
    diminuisce anche la luce solare che influenza il buon umore di umani e
    pelosi. Aumentano in questa stagione i casi di depressione dei cani, una
    malattia della quale si sa ancora molto poco? 
     
    Effettivamente si inizia a parlare anche di questo. Credo che sia necessaria
    molta cautela per evitare di proiettare sugli animali le nostre
    problematiche. Forse, davvero vi è eccesso di "antropomorfizzazione".
    Indubbiamente nell'uomo è una situazione ben conosciuta e noi sappiamo che
    gli animali sono estremamente sensibili ai cambiamenti di umore dei
    proprietari così come ai cambiamenti di abitudini (es.: la durata delle
    passeggiate che è maggiore in primavera). Da tempo si conosce, nel cane,
    un'alopecia stagionale ricorrente e si ritiene che il fotoperiodo breve ne
    sia la causa scatenante. Questa particolare alopecia si manifesta
    prevalentemente da novembre a marzo, nelle regioni a nord dell'emisfero, e
    si presenta con perdita di pelo sui fianchi. Questo dimostra che il
    cambiamento di stagione ha delle ripercussioni sull'organismo, ma direi che
    la relazione tra stagione e sfera comportamentale è ancora tutta da
    "approfondire". 
    a cura di Elena Rimessi 
    Fonte: www.milanosanita.it 
    
 
            
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