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Carlino, humor e simpatia

carlino

"Daisy" - proprietà allevamento del Poderuzzo della terra di mezzo

 

a cura di Francesco Cochetti

Come per l'essere umano, anche per i cani il carattere è senz'altro influenzato dalle origini. Le origini del Carlino sono dell'era precristiana. Possessori di questi esemplari erano gli Imperatori della Cina. Questi piccoli cani vivevano in ambienti lussuosi, con la funzione anche di cani da guardia.
La storia racconta che esistevano tre tipi di cani a canna nasale corta, allevati in Cina. Il "Lion Dog" che è probabilmente l'attuale Pechinese, il "Lo-sze" o Foo Dog, che sembra essere il moderno Carlino ed il Japanese Spaniel.
Il carattere di questo piccolo cane è unico. E' un clown con uno spiccato senso di humor, ma allo stesso tempo ha un portamento fiero e di grande dignità. E' sicuramente una razza molto intelligente ed ama il divertimento e qualsiasi tipo di gioco. Alla stessa maniera ha una forte volontà di apprendere, di amare e, se viene amato, ricambia quest'amore con una intensità che non ha eguali.
Le sue caratteristiche, che lo hanno reso popolare ed apprezzato, quale cane da compagnia più richiesto nelle famiglie italiane, sono senz'altro da ricercarsi nei caratteri psicologici tipici ed unici di questa razza. Portamento fiero, ma allo stesso tempo, giocoso. Grande intelligenza e disponibilità a farsi educare. Forte desiderio di essere sempre parte attiva del "branco familiare". Gusto sia per le passeggiate, sia per il relax domestico.
Inesauribile predilezione per il cibo che a volte però potrebbe portarlo a diete drastiche. Passione sviscerata per i balocchi, che lo rende il più gradito compagno dei bambini. Predilige anche purtroppo mordicchiare mobili e pantofole e quindi bisogna non distogliere troppo l'attenzione dal cucciolo.
Il suo hobby preferito resta il russare, acciambellato sul grembo, o ai piedi del padrone. La sua canna nasale corta, caratteristica di questa razza, accentua sicuramente questa funzione. Il suo peggiore nemico è chiunque rubi l'attenzione dei suoi padroni, ai quali è attaccato morbosamente.
Alla fine del 1500, inizio del 1600, la Cina inizia ad esportare soggetti in alcuni Paesi Europei, quali Portogallo, Spagna, Olanda ed Inghilterra e questa razza diventa ben presto popolare anche in Europa. I cinesi hanno all'origine lavorato sui tre tipi di cani a canna nasale corta, accoppiandoli tra di loro, tant'è che a tutt'oggi possono ancora vedersi dei cuccioli a pelo lungo o cuccioli con delle macchie bianche sulla testa.
Intorno al 1800 sono visibili soggetti molto vicini alla descrizione dell'attuale standard. L'Inghilterra riesce tramite due amanti della razza, Willoughby e Morrison, a creare due linee di sangue che sono esistite per molti anni nelle genealogie dei Carlini.
Ai giorni nostri la razza sembra aver raggiunto un buon livello qualitativo e quantitativo nel nostro Paese. La maggior parte degli allevatori italiani lavora su linee di sangue anglosassoni e di Paesi Scandinavi. La nostra cultura purtroppo, non ci agevola nell'instaurare un sano principio di collaborazione per far sì che l'allevamento italiano possa raggiungere risultati ambiziosi, che potrebbero essere ottenuti con la volontà dei nostri allevatori di mettere insieme il proprio lavoro. Nelle nostre esposizioni italiane, specialmente nelle speciali di razza, si vedono presenti un buon numero di soggetti che fanno ben pensare sullo sviluppo della razza, ma si vede purtroppo molta tensione tra gli allevatori di questa razza, che sembrano poco concentrati all'incremento dell'allevamento, sembrando, talvolta, troppo pieni di protagonismo. Questa strada è molto pericolosa e potrebbe portare ad una veloce discesa in termini tecnici di ciò che si è faticosamente ottenuto fino ad oggi.
Ho giudicato questa razza più volte, in importanti competizioni internazionali estere, ed ho apprezzato, a differenza di quanto accade da noi, la collaborazione degli allevatori. Non è importante a mio avviso, se il cane è  allevato da "Tizio" o da "Caio", ma è  fondamentale dare il giusto valore tecnico ad un soggetto meritevole, qualunque sia il suo allevatore.
Sono convinto che soltanto questa sia la strada che possa portare il nostro allevamento ad essere competitivo con Paesi che hanno ancora tanto da insegnarci. Mi piacerebbe riflettere insieme su questi concetti, allevare una razza bella sotto l'aspetto fisico e psicologico comporta una grande responsabilità!


a cura di Francesco Cochetti

per saperne di più su questa razza: www.agraria.org/cani.htm

 

 

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