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Morbo di Willebrand

morbo di willebrand

La malattia di von Willebrand (vWD = von Willebrand Disease) è la patologia ereditaria dell'emostasi di frequente riscontro nel cane ed è stata segnalata in oltre 54 razze diverse, con una elevata prevalenza in quella Dobermann. Questa malattia è caratterizzata dalla diminuzione o dalla mancanza dell'omonimo fattore della coagulazione (FvW= Fattore di von Willebrand), che ricopre un ruolo determinante sia nell'emostasi primaria che in quella secondaria.

Il FvW è una glicoproteina multimerica ad attività adesiva composta da subunità polipeptidiche di 270 kDa (kiloDalton) legate tra loro da ponti disulfuro, in modo da formare sia elementi a basso che ad elevato peso molecolare (multimeri da 0,5 fino a 20 milioni di Da). Il FvW è sintetizzato ed assemblato primariamente nelle cellule endoteliali e secondariamente nei megacariociti. A livello delle cellule endoteliali viene immagazzinato nei corpi di Weibel Palade e una quantità veramente minima si rinviene nei granuli alfa delle piastrine e dei megacariociti. In genere, i multimeri ad elevato peso molecolare, in deposito, hanno una più elevata attività emostatica, rispetto ai multimeri a basso peso molecolare (dimeri o polimeri) circolanti. La secrezione dalle riserve nelle cellule endoteliali è indotta da istamina, vasopressina, trombina, fibrina ed estrogeni, mentre la liberazione dalle riserve delle piastrine è stimolata da collagene, ADP, fattore attivante le piastrine (PAF), adrenalina e trombina.
Il FvW favorisce l'adesione delle piastrine al subendotelio o su altre superfici trombogeniche mediante un legame con la glicoproteina di superficie piastrinica Ib-IX (Gp Ib-IX). Inoltre, interviene nell'aggregazione piastrinica tramite l'interazione con i recettori di membrana piastrinica GpIIb/IIIa, chiamati integrine alfa IIb/beta 3, che hanno anche attività recettoriale verso il fibrinogeno e la fibronectina. I multimeri ad alto peso molecolare, avendo un maggior numero di siti di legame con cui poter interagire con le piastrine, sono emostaticamente più attivi. Infine, il FvW è l'indispensabile trasportatore della molecola FVIII, poiché sembra proteggerla dalla proteolisi, prolungandone così l'emivita in circolo.

TIPI DI MALATTIA DI VON WILLEBRAND

La vWD è determinata da mutazioni ereditarie del gene vW che si esprimono fenotipicamente nel cane in tre tipi principali.
Nella vWD di tipo 1 (in precedenza erano usati i numeri romani), la forma più frequente nella maggior parte delle razze, vi è una anormalità di tipo quantitativo, cioè una carenza generalizzata, in alcuni casi minima, dei diversi multimeri del FvW. Per molto tempo, si è ritenuto che fosse trasmessa in modo autosomico dominante a penetranza incompleta. Dopo la caratterizzazione genetica, è stata stabilita la trasmissione come autosomica recessiva, ma solo per le razze Dobermann, Manchester terrier, Barboncino e Pembroke Welsh Corgi. Per le altre razze canine, rimane al momento valida l'ipotesi che si tratti di un gene autosomico dominante a penetranza incompleta e tra l'altro viene ancora riproposta questa stessa modalità in alcuni recenti lavori anche nel Dobermann.
La forma di vWD di tipo 2 è caratterizzata da un difetto di tipo qualitativo, in quanto mancano solo i multimeri a più alto peso molecolare, emostaticamente più attivi.
Per l'identificazione certa di questo tipo di difetto occorre un'analisi multimerica. Il difetto genetico è trasmesso in forma autosomica recessiva nel Pointer Tedesco a pelo corto e a pelo ruvido.
Infine la vWD di tipo 3, la più grave, ma anche la più rara, è trasmessa in modo autosomico recessivo, ed è caratterizzata dalla mancanza assoluta e generalizzata del FvW. È stata segnalata come problema familiare nel Pastore delle Shetland, Scottish Terrier, Chesapeake Bay retriever e Dutch Kooiker. Inoltre, come segnalazione sporadica viene riportata nel Border collie, Bull terrier, Cocker spaniel, Labrador retriever, Volpino di Pomerania e nei meticci.
A tutt'oggi, non è stata dimostrata nel cane una forma acquisita di vWD, sebbene sia sospettata. In seguito ad un lavoro di correlazione tra i dosaggi di FvW e di ormone tiroideo, fu sospettata una relazione tra vWD ed ipotiroidismo.
Ulteriori indagini hanno permesso di stabilire che non esiste un collegamento diretto tra le due patologie, ma che la vWD e l'ipotiroidismo si manifestano come eventi genetici predisponenti nell'ambito delle medesime razze canine.

La sintomatologia della vWD è estremamente variabile ed è legata ai meccanismi ereditari ed al fatto che il FvW è coinvolto essenzialmente nell'emostasi primaria e parzialmente in quella secondaria. Inoltre, la quantità di FvW presenta delle fluttuazioni fisiologiche (stress, esercizio fisico, gravidanza, calore) e patologiche (disendocrinie, neoplasie, processi flogistici etc.), come anche delle oscillazioni derivanti dalla tecnica di prelievo ematico e dalla preparazione del campione per la sua determinazione quantitativa.
Nel cane Dobermann, che manifesta in assoluto la maggiore prevalenza della vWD, grazie agli studi sul DNA, i soggetti omozigoti per il gene mutante vWD (di tipo 1) risultano essere a serio rischio di manifestare sintomi clinici, specialmente a seguito di traumatismi o durante interventi chirurgici banali, come ad es. la caudectomia o la conchectomia, mentre questa evenienza è difficile negli eterozigoti.
Nelle razze che presentano la vWD di tipo 2 e 3, i soggetti omozigoti manifestano sempre forme gravi di patologie dell'emostasi. La diatesi emorragica tipica della vWD interessa frequentemente le mucose con quadri di epistassi, gengivorragie, ematuria e melena; meno sovente si hanno emorragie cavitarie come ad es. emartri od ematomi cutanei.
Talvolta, è stata segnalata la comparsa di una claudicazione a carico degli arti posteriori, dovuta alla presenza di tessuto eterotopico osseo nelle masse muscolari, come risultato di emorragie a carico dei vasi muscolari e periostali con successiva organizzazione del coagulo.

 

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