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Ischemia cardiaca nel cane

cuore

Tratto da:
(Ischeaemic heart disease in the dog: a review of 65 cases) 
di Falk L. Jonsson L. 
J. of Small anim, Practice, 41: 97-103, 2000



In medicina umana, quando l’apporto di ossigeno da parte delle arterie deputate non sia in grado di soddisfare le esigenze del miocardio, si dice che è in atto ischemia miocardica. 

L’arteriosclerosi è la causa principale dell’ischemia cardiaca negli umani: è alterazione cronica delle arterie, data da riduzione del loro lume in conseguenza di alterazioni vascolari proliferative e degenerative. 

Le lesioni intramurali delle arterie coronarie e la fibrosi del miocardio sono eventi conosciuti nel cane: la maggior parte delle alterazioni miocardiche sembra di natura ischemica (infarti) e nei cani affetti da insufficienza cardiaca è alta l’incidenza di endoarterite valvolare, di lesioni arteriose, di infarto. 

Sembra che le lesioni valvolari siano la causa più frequente di insufficienza cardiaca ma lo è anche la fibrosi multifocale del miocardio, indotta da lesioni vascolari. 

Presso i Professionisti è diffusa l’idea che l’arteriosclerosi nel cane sia un evento inconsueto e questa opinione può essere spiegata: veramente l’arteriosclerosi non è frequente nel cane. Esiste l’aterosclerosi o xantomatosi, particolarmente negli animali ipotiroidei. Una seconda spiegazione è nella non corretta convinzione che l’arteriosclerosi dei vasi cardiaci intramurali abbia scarso rilievo clinico. Non ci sono, in verità, dati clinici che confermino quest’ultima asserzione. 

Gli Autori hanno raccolto e studiato 65 casi di arteriosclerosi intramurale jalina o fibromuscolare delle coronarie, presso diverse cliniche svedesi per piccoli animali e hanno anche controllato le informazioni relative agli ECG e agli esami ecocardiografici. 

Gli esami anatomopatologico e istopatologico dei cuori sono stati condotti con modalità omogenee per tutti i casi, per poi escludere dalla valutazione tutti i casi nei quali coesistessero arteriosclerosi e miocardiopatia. 

La casistica comprende 36 razze canine, 50 animali di grossa taglia, e altri di taglia più piccola. 

Sono riferiti i sintomi clinici rilevati, i dati relativi alle morti improvvise, all’anestesia eventualmente effettuata, alla miocardiopatia congestizia; le informazioni sugli ECG, quelle sulle ecocardiografie eseguite (24 su 65 casi) i rilievi anatomopatologici e i dati istopatologici. Tutte queste informazioni sono riassunte con chiarezza in quattro tabelle e due grafici. Due sono le illustrazioni di preparati istologici. Non sono presentate immagini ecocardiografiche.

ischemia

Dalla discussione emergono questi punti:

  1. - L’arteriosclerosi intramurale del miocardio è comune nel cane e le relative alterazioni vascolari appaiono simili a quelle descritte negli umani.

  2. - Si propone di impiegare l’espressione “cardiopatia ischemica” per indicare le lesioni coronariche nel cane.

  3. - Non sono state identificate predisposizioni di razza o famigliari.

  4. - La condizione interessa prevalentemente i cani anziani e sovente comporta la morte improvvisa, o quella spontanea in corso di narcosi.

  5. - I dati ECG sono molteplici e precisi, anche se non conclusivi.

  6. - Viene lungamente a dettagliatamente approfondita la discussione sui rapporti tra lesioni anatomopatologiche e sintomatologia clinica, funzionalità cardiaca, alterazioni ECG.

  7. - Si sottolinea la domanda-chiave, se l’insufficienza cardiaca nel cane possa dipendere dall’arteriosclerosi o dalla endocardiosi o da entrambe e in quale misura.

  8. - Si ritiene molto probabile che le lesioni arteriose possano essere causa di morte per infarto del miocardio o per embolia.

  9. - Nel cane, i vasi coronarici extramurali sono colpiti da aterosclerosi e trombosi meno che nell’uomo.

infarto cane

In conclusione, secondo gli Autori, le alterazioni delle arterie coronarie vanno prese in considerazione per la diagnosi differenziale, nei cani che presentino ridotta contrattilità miocardica, ma esse hanno minore significato della miocardiopatia dilatativa; hanno progressione più lenta della condizione associata a disturbi concomitanti della contrattilità cardiaca. 

Le malattie delle arterie coronarie sono da prendere in considerazione nei cani affetti da rigurgito mitralico e con ridotta contrattilità miocardica e nei soggetti anziani nei casi di miocardiopatia dilatativa.

 

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