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Cenni descrittivi sulla pelle del Pastore tedesco - "Das Haut"

appunti e note di Dario Sgroi

Cenni sullo standard

„La pelle è morbida e sollevabile senza formare pieghe“ (Die Haut ist lose, anliegend, ohne jedoch Falten zu bilden).

La pelle è un organo che separa l’organismo dall’ambiente esterno. Nel suo spessore sono presenti tre strati, ognuno di essi ha una struttura ed una funzione ben distinta. A partire dall’esterno verso l’interno, sono così definiti:

  • Epidermide

  • Derma

  • Ipoderma

A) Epidermide

L’epidermide nel cane è un tessuto composto da 3-5 strati sovrapposti (l’uomo invece ne possiede 10-15). Le cellule principali prendono il nome di cheratociti. Essi si moltiplicano nello strato basale dell’epidermide (il più profondo) e man mano che progrediscono verso gli strati superficiali essi assimilano progressivamente una proteina lamellare (cheratina) e si trasformano, appiattendosi e divenendo più rigidi e resistenti: questa trasformazione morfologica delle cellule principali dell’epidermide (cheratociti) è detta cheratinizzazione. 

La presenza di lipidi nelle pareti cellulari dei cheratociti e le connessioni intercellulari (che tengono le cellule le une alle altre), conferiscono al tessuto epidermico una certa impermeabilità.

Visto la presenza di minori strati, l’epidermide del cane è più sottile rispetto quella dell’uomo, quindi più fragile e soggetta a rotture.

L’epidermide, insieme alle ossa, è uno dei tessuti dell’organismo meno ricchi d’acqua (10% d’acqua rispetto al 60% della maggior parte dei tessuti). Il tasso di idratazione cutanea diminuisce progressivamente con l’invecchiamento dell’organismo (con l’età). In un soggetto giovane la pelle può perdere momentaneamente la sua capacità protettiva a causa dell’aggressione chimica di un detergente o di un sapone non adatto che può determinare la secchezza del tessuto, da lì può derivare una sensazione di fastidio e di prurito. Il tasso di Ph dell'epidermide nel cane varia a seconda delle razze. Si parte dal minimo di PH 6,8 del Labrador per arrivare al PH 8,2-8,7 del Pastore tedesco che per i mammiferi è un vero record (epidermide leggermente alcalina, basica).

Nel cane da Pastore tedesco la formazione di forfora o grosse squame nel pelo o sulla pelle può rappresentare un indice di rinnovamento cellulare anormalmente accelerato. Questo fenomeno è sintomatico della maggior parte delle affezioni cutanee che sono raggruppate con il nome di stati cheratoseborroici: Conseguirà un pelo grasso al tatto che rilascia una patina nerastra sulle dita ed il mantello può anche emanare un forte odore di rancido.

B) Derma 

Il derma è lo strato intermedio, posto fra l’epidermide e l’ipoderma. E’ un tessuto di sostegno costituito da fibre elastiche e da collagene; grazie a questa sua caratteristica composizione assicura elasticità e resistenza alla pelle.

C) Ipoderma

L’ipoderma è lo strato cutaneo più profondo. E’ un tessuto lasso, ricco di adipociti perciò destinato allo stoccaggio dei grassi. Il grasso nella pelle ha la funzione di isolante termico e di riserva energetica per l’organismo.

Il pelo del Pastore tedesco - “Die Behaarung”

Cenni sullo standard

Nel Pastore Tedesco il pelo corretto è quello semi-duro con sottopelo. Il pelo di copertura (primario) “Deckhaar” deve essere più possibile fitto, duro e ben aderente. Il pelo deve essere corto sulla testa, nella parte interna delle orecchie, in quella anteriore degli arti, ai piedi ed alle falangi delle dita, mentre sul collo è abbastanza lungo e folto. Sulla parte retrostante degli arti anteriori (Die Läufe) il pelo s’allunga sino all’articolazione del carpo e per gli arti posteriori (Hinterläufe) fino al garretto formando (posteriormente alle cosce) dei moderati *pantaloni (in tedesco, “Hosen”).

*francesismo che si rifà al termine originario “culotte” 

LA STRUTTURA

Le cellule cheratinizzate che costituiscono il pelo sono disposte in 4 strati concentrici:

  • Il midollo centrale, o medulla

  • La corteccia, o cortex

  • La cuticola, o epidermicola

  • La guaina epiteliale interna

Al pelo è annessa una ghiandola sebacea, la cui secrezione lubrifica la superficie e un piccolo muscolo liscio erettore la cui contrazione fa drizzare il pelo facilitando l'emissione del sebo.

I peli possono avere calibro diverso. Quelli sottili a sezione ellittica sono lanosi, ondulati, talvolta ricciuti, mentre quelli a sezione uniformemente circolare sono diritti e poco flessibili. 

Quelli a sezione più grossa sono detti setole e se sono trasformati in strutture rigide e appuntite sono detti aculei. Peli lunghi e rigidi, capaci di raccogliere stimoli tattili, sono detti vibrisse (tipici i cosiddetti "baffi" di carnivori e roditori). Le ciglia sono peli a crescita limitata con particolare funzione di protezione.

Peli e Mantello

I peli che costituiscono il mantello (Haarkleid) sono filamenti cheratinizzati e fanno parte degli annessi cutanei. Sulla superficie cutanea ad ogni pelo fa capo un follicolo (Folikel) cui segue la matrice germinale (Keimknospe) posta più in profondità al livello del derma, ad intensa attività mitotica (replicatrice). 

Si riconoscono i peli primari, più grossi e rigidi ed i peli secondari, più sottili e delicati che costituiscono il sottopelo. La lunghezza del pelo è ben definita e varia seconda le zone del corpo – infatti - il pelo arriva ad una determinata lunghezza quindi si stacca dalla gemma e sale lungo il follicolo. Intanto, la gemma dà origine ad un nuovo pelo che crescendo spinge fuori il vecchio (ricambio pilifero). 

Il mantello nel cane ha un ruolo essenziale nella protezione dal freddo e dall’umidità, dagli agenti fisici o chimici e contro i vari traumi. Il Cane da Pastore tedesco presenta un mantello di tipo misto, detto standard, vicino al fenotipo selvaggio (mantello del lupo). I peli primari e secondari sono abbondanti ed in eguale proporzione, situazione che si traduce nel pratico, in un pelame molto denso con peli di copertura rigidi e lunghi, con sottopelo folto.

La densità pilifera è stimata in 100/300 peli per centimetro quadrato. Nel cucciolo di pastore tedesco i gruppi follicolari sono composti di un pelo solo, impiantato verticalmente (90° rispetto la superficie cutanea) conferendo al mantello un aspetto morbido e soffice, tipo “peluche”. Nel Pastore tedesco adulto invece, più peli (primari e secondari) sono inseriti nel follicolo con un’inclinazione di 45° rispetto la superficie della pelle conferendo ai peli del mantello un proprio verso e direzione, secondo le diverse aree del corpo.

Un pelo deriva da un abbozzo epidermico che si sprofonda nel derma. La sua estremità basale si rigonfia in un bulbo che si appiattisce a cupola intorno ad una papilla dermica vascolarizzata. Dapprima omogeneo, il bulbo pilifero si differenzia in uno strato periferico, abbozzo del follicolo del pelo, ed in una zona centrale, o matrice, ad intensa attività mitotica, che darà origine al pelo. Le cellule della matrice si moltiplicano, si cheratinizzano e si dispongono in un cilindro che si allunga dalla base e raggiunge la superficie dell'epidermide. La radice del pelo è la sua parte basale affondata nel derma al centro di un'invaginazione epidermica, il follicolo del pelo. Il fusto è la parte libera all'esterno del tegumento.

Ciclo fisiologico del pelo e della muta

Il processo fisiologico del ricambio pilifero avviene durante tutto l’anno - ma è più evidente nel periodo della muta, cioè, nelle mezze stagioni (primavera ed autunno). La perdita eccessiva di pelo, al di fuori di questa fase (muta), tuttavia, può presagire un’azione patogena a carico della cute determinata dalla presenza di parassiti (parassitosi, pulicosi) quali pulci o zecche, oppure, in forma diffusa o localizzata, dovuta alla presenza di micosi e lieviti, (micosi cutanea, dermatite, Dap). Altre cause che originano un ricambio eccessivo della peluria possono essere ricercate nei dismetabolismi o nelle carenze alimentari. Più semplicemente invece, anche le repentine variazioni climatiche (sbalzi di temperatura) possono creare questo tipo di disturbo in quanto la perdita del pelo è fisiologicamente influenzata dal processo di traspirazione della cute (inerzia delle ghiandole sudoripare specie in luogo della regione dorsale). 

In ogni caso, in assenza di disfunzioni metaboliche, carenze alimentari o patologie cutanee, per assicurare al proprio cane una buona conservazione del manto è consigliabile effettuare una corretta toelettatura con l’ausilio di prodotti testati a PH 8,2-8,4 (shampoo, detergenti, oli) e strumenti specifici (spazzole, pettini). Ma ecco più nello specifico come si svolge il ciclo di sviluppo del pelo che forma il mantello del cane. Come nell’uomo il rinnovamento del pelo corrisponde ad un ciclo esatto di 3 fasi successive:

1) La fase di crescita (fase anagenica), la cui durata, scritta nel corredo genetico del 

cane, è proporzionale alla lunghezza del pelo.

2) La fase di permanenza del pelo (fase telegenica) che si protrae per diversi mesi.

3) La fase del pelo (fase catagenica) che si concretizza con la sua caduta.

Il ciclo di vita del pelo è una prerogativa insita nel patrimonio genetico del cane, tuttavia possono intervenire anche delle concause ad influenzarne il naturale svolgimento fisiologico:

· il fattore ambientale (temperatura e fotoperiodo);

· il fattore nutrizionale e metabolico.

La crescita del pelo nel cane da pastore tedesco non è vistosa come in altri mammiferi, ma essa è continua ed a mosaico; 

se si considera una certa parte del mantello, in un certo momento, si troveranno tutti gli stadi di sviluppo del pelo, tuttavia si osserveranno alcune zone raggruppate in fase anagenica, in primavera ed in autunno (le cosiddette mute stagionali) che durano circa 5 settimane e sono regolate sostanzialmente dal fotoperiodo (aumento e diminuzione delle ore di luce del giorno). La temperatura ambientale invece interviene sulla densità piliare e sulla durata del ciclo di vita del pelo.

Il mantello estivo è più corto e meno denso del mantello invernale, in ragione di un mancato rinnovamento dei peli secondari, specie per i cani che vivono in casa , il ciclo di vita del pelo è perturbato dall’illuminazione artificiale domestica che altera le condizioni naturali della fotoesposizione e dalla temperatura che non corrisponde a quella dell’ambiente esterno; quindi perdono il pelo durante tutto l’anno.

Il mantello è lo specchio della salute. Il suo mantenimento deve essere assicurato da una alimentazione che apporti al cane, al suo organismo, i nutrienti specifici. Il pelo mantiene le sue naturali condizioni di bellezza grazie all’associazione di vitamine e amminoacidi nella giornaliera alimentazione. Perciò si avrà un aumento della produzione di ceramidi, utili alla coesione delle cellule epidermiche. Ad esempio, la sinergia dell’acido linoleico con lo zinco conferisce brillantezza e forza al mantello prevenendo un’eccessiva desquamazione. 

Le condizioni del pelo e della pelle sono un indice della salute dell’animale.

Gli elementi di base per un buono stato di salute della pelle e del pelo sono: 

1. un buon corredo genetico;

2. una cura costante (spazzolatura e lavaggio con shampoo ad azione preventiva);

3. un’alimentazione completa, bilanciata a base di nutrienti di qualità.


L’alimentazione ha un’importanza rilevante nel buon mantenimento del pelo. E’ consigliabile un alimento che contenga tutti i fattori nutrizionali essenziali (proteine, lipidi, acidi grassi, vitamine e sali minerali) in giusta quantità ed in rapporto bilanciato rispetto le reali esigenze caloriche, in modo da ottenere un pelo lucido e folto ed una pelle sana, oltre ad assicurare l’ottimale stato di salute del cane.

I colori

Il mantello dei cani è costituito da pelo di copertura (funzione protettiva) e sottopelo (funzione termo-isolante). Mentre alcune razze devono essere prive di sottopelo (es: Yorkshire) le quattro razze oggetto del presente lavoro, a prescindere dal tipo di pelo (liscio, ruvido, ruvido senza difese) devono presentare una buona copertura di pelo in quanto funzionale al lavoro in tana.

La colorazione del mantello dipende dalle caratteristiche dei pigmenti contenuti negli strati medullare e corticale del pelo (Willis, 1989).

In accordo con quanto riportato da Willis (1989) è possibile ricondurre tutti i colori pigmentari a due pigmenti chimici: l’emoglobina e le melanine; più specificatamente le melanine sono differenziate in eumelanine (nero-marrone) e feomelanine (giallo-rossastro).

La sintesi dei pigmenti nel pelo dei mammiferi dipende dall’interazione tra la proteina Agouti e il recettore Melanocortina 1 (Berryere, 2005).

I colori del mantello nel cane come in altri mammiferi sono legati alla presenza /assenza dei due tipi di melanina sopra descritti e alle possibili combinazioni tra struttura molecolare e concentrazione degli stessi. Importante è sottolineare il fatto che le melanine non hanno un momento preciso di formazione standardizzabile: si sviluppano infatti durante differenti fasi dello sviluppo fetale e dopo la nascita (Willis, 1989). E’ possibile verificare il concetto sopra espresso pensando a soggetti che mantengono pressoché inalterato il colore presentato alla nascita (sviluppo pigmentario precoce) e ad altri che vedono mutare in continuazione il colore del mantello fino alla piena maturità.

I fattori nutrizionali essenziali al mantenimento di un buon pelo sono:

Proteine

Il pelo è costituito per il 95% da proteine. In alcuni periodi dell’anno, in specie durante la muta del pelo, le proteine apportate con l’alimento possono essere utilizzate fino al 30% per soddisfare le necessità funzionali e strutturali del pelo e della pelle, per questo motivo sarà necessario utilizzare una o più fonti proteiche di alta qualità in modo da garantire l’apporto di tutti gli aminoacidi essenziali destinati alla formazione della struttura del pelo ed al ricambio delle cellule cutanee.

Lipidi ed acidi grassi

Gli acidi grassi sono dei costituenti delle membrane cellulari e quelli essenziali devono essere introdotti con l’alimento. L’utilizzo di fonti di lipidi in grado di fornire acidi grassi omega-6 e omega-3 (acidi grassi polinsaturi essenziali) contribuisce al mantenimento di un ottimale stato di salute della pelle e del pelo. 

Vitamine A, C, E, B, Rame e Zinco

Queste vitamine hanno tutte un ruolo specifico per il raggiungimento ed il mantenimento di un ottimale stato di salute della pelle e del pelo.

La pigmentazione del Pastore tedesco - “Die Pigmentierung”

Cenni sullo standard

Il colore (Farbe) può essere tutto nero (schwarz einfarbig), tutto grigio (grau) e con sfumature più scure (mit dunkler Wolkung). Le focature (mit Abzeichnen) sono nere (schwarz), rossobrune (rotbraunen), marrone (braun), gialle (gelben) fino al grigio chiaro (bis hellgrauen). Di color nero è la sella (Sattel) e la maschera (Die Maske). Piccole e non appariscenti zone di pelo chiaro sul petto ((weißliche Brustabzeichen) e nelle zone interne del petto sono tollerate, ma non auspicabili. Quale possa essere il colore del soggetto, il tartufo (Die Nasenkuppe) deve essere sempre di colore nero. Rappresentano un indice di depigmentazione (schema qui di sotto), la punta della coda rossiccia (rote Rutenspitze) le unghie chiare (helle Krallen) ed il colore giallo degli occhi (gelbe Augenfarbe) 

Il manto è l’insieme dei vari tipi di produzione pelosa che rivestono la superficie corporea, con i rispettivi colori e tonalità di gradazione (focature). Il vigente standard – vedi paragrafo precedente - nello specifico, indica per settori corporei - i colori e le relative varianti ammesse per la razza. Il colore è la risposta cromatica dei pigmenti contenuti nei vari tipi di pelo e del tessuto allorché attraversati o esposti alla luce solare. Tutti i tipi di pigmenti (sia della pelle che del pelo) sono costituiti da melanine. L’intensità ed il tipo di colore è determinato dalla concentrazione di melanine. Queste varianti cromatiche costituiscono a tutti gli effetti, motivo di studio e ricerca della selezione genetica.

Il colore del mantello

Sin dalle origini il cane da pastore tedesco presentava in maggioranza una pigmentazione grigia screziata (il famoso grigio lupo). In seguito la gamma cromatica più richiesta prevedeva il manto con colorazione più scura, tendente al nero, in modo più o meno diffusa. Con gli anni a venire il tipo nero-focato ha pressoché monopolizzato le preferenze estetiche degli appassionati della razza.
Le zone di pigmento nero obbligatoriamente interessano la sella (parte dorsale fino alla coda e costale sino a ¾ circa degradante al colore chiaro fino al bianco ventralmente) ed il muso. Ad oggi in ogni modo possiamo trovare una varietà cromatica molto ampia, secondo le linee di sangue che s’incontrano: dal grigio screziato sino al nero monocolore. Le focature interessano per lo più la parte della maschera, le orecchie, il collo, l'arto anteriore e posteriore con dei toni variabili dal biondo fino al rossastro a tinte forti e/o screziature di varie gradazioni.

Sito consigliato: www.forumpastoretedesco.org

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