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I cani allergici: vittime innocenti del loro sistema immunitario...

a cura del Comitato scientifico di NBF-Lanes
con la collaborazione del dr. M. Cornelli - Siziano (Pavia)

Tanto noi quanto gli animali, dobbiamo la nostra sopravvivenza alle difese immunitarie di cui disponiamo. La costante lotta contro le aggressioni da parte degli Antigeni (Ag), sostanze estranee all'organismo, consente al corpo di reagire prontamente e di mantenersi integro. 

Talvolta, purtroppo, anche il sistema immunitario prende un abbaglio e, non riconoscendo come propria una parte dell'organismo, la considera un Antigene e le dichiara guerra (malattie autoimmuni).
Comunque, restando nell'ambito delle reazioni verso elementi esterni, ve ne sono alcune di natura violenta che vanno sotto il nome di Ipersensibilità Immunitaria 

Ipersensibilità Immunitaria
Per usare un termine più comune, possiamo attribuire all'ipersensibilità immunitaria il nome di Reazione Allergica e, a questo punto, elencare i tre cardini su cui poggia questo tipo di risposta anticorpale:

1) - la sensibilizzazione verso l'antigene che scatenerà un'allergia e, quindi, prenderà il nome di allergene;

2) - un periodo più o meno prolungato (periodo di latenza) che intercorre tra il primo contatto con l'allergene e quello successivo;

3) - l'intolleranza a un nuovo contatto con l'allergene.

Nella classificazione delle ipersensibilità, è importante tener conto anche della velocità di risposta, ovvero del tempo che intercorre tra l'inizio della reazione allergica e la comparsa delle sue manifestazioni cliniche; si distinguono così:
· Ipersensibilità immediate, che si manifestano nell'arco di qualche minuto dal secondo contatto dell'organismo con l'allergene
· Ipersensibilità ritardate, in cui vengono interessati e coinvolti i Linfociti T (cellule a funzione immunitaria prodotte dal Timo), e che si manifestano dopo 24-72 ore dal secondo contatto con l'allergene.

Come si Scatena l'Allergia

Perchè l'allergia si scateni e si manifesti clinicamente, è necessario che siano sintetizzate le Immunoglobuline E (IgE), ovvero particolari anticorpi che si localizzano nelle vicinanze degli epiteli, aderendo alla superficie delle cellule denominate mastociti.

A questo punto i mastociti si ritrovano nelle stesse condizioni di una bomba innescata: basterà l'arrivo di un allergene, con cui l'organismo era già entrato in contatto, per scatenare la reazione secondo queste fasi:
1) - L'allergene arriva e si lega alle IgE presenti sulla superficie dei mastociti
2) - I mastociti liberano dei granuli contenenti Istamina (il mediatore chimico per eccellenza dell'allergia)
3) - I granuli iniziano immediatamente a migrare verso la superficie delle mucose
4) - Il contatto dei granuli con le membrane cellulari provoca la loro fusione e il rilascio dell'Istamina verso l'esterno
5) - Nell'arco di pochi secondi si verifica un cataclisma con la presenza di tutti sintomi classici come occhi arrossati, naso che cola, gonfiori, prurito, ecc. 

Dopo questa prima reazione esplosiva, i mastociti non esauriscono la propria funzione e, degradando l'Acido Arachidonico presente nella loro membrana, danno luogo ad altre sostanze tipicamente responsabili del processo infiammatorio:
- Prostaglandine (PgE2), Prostacicline e Trombossani (TX) prodotte da un enzima chiamato ciclossigenasi
- Leucotrieni (LTB) derivanti dall'azione dell'enzima lipossigenasi
Prostaglandine infiammatorie, Leucotrieni, e Istamina agiscono sui vasi sanguigni, esercitando un'azione dilatativa sia del lume che della loro parete, in modo da consentire al maggior numero di cellule di raggiungere la zona critica, dove si sta svolgendo il "conflitto allergico". 

Manifestazioni cliniche da Ipersensibilità Immediata

La portata delle manifestazioni cliniche e la loro localizzazione varia da specie a specie, ed è proporzionale al numero di mastociti presenti nei vari organi: l'organo che ne contiene la maggior quantità prende il nome di "organo da shock".
Se l'entità di sostanze vasodilatative liberate dai mastociti è rilevante, l'organismo può anche non essere in grado di far fronte al calo pressorio che ne consegue, da qui la possibilità di uno shock anafilattico con morte pressochè certa dell'animale. 

Manifestazioni cliniche da Ipersensibilità Ritardata

In queste forme allergiche, quelle atopiche del cane tanto per intenderci, è la cute ad avere la peggio, manifestando segni clinici come il prurito, soprattutto a livello del cavo ascellare, degli spazi interdigitali e del muso.
Il ritardo nella reazione dipende sia dalla via attraverso cui è giunto l'allergene, sia dalla natura delle cellule coinvolte che, in questo caso, sono i linfociti.
Si rileva, quasi costantemente, edema ed eritema cutaneo delle zone colpite, desquamazioni cutanee con crostosità, iperpigmentazione (N.d.R.: Annerimento delle aree interessate); talvolta, una congiuntivite o un'otite ceruminosa sono da considerare come manifestazioni iniziali di un processo atopico. 

Quali sono le Razze più a rischio?

Oltre agli elementi sopra descritti, vengono chiamate in causa anche fattori di predisposizione genetica: infatti, sia in campo umano che nei nostri animali, esistono soggetti particolarmente inclini a sviluppare risposte anticorpali sostenute da IgE e, quindi, di natura allergica.
A questa categoria appartengono i soggetti Atopici: cioè quelli che rispondono prevalentemente in modo allergico a qualsiasi stimolo.
Tra le razze più predisposte a queste manifestazioni si riconoscono i Terrier, i Setter Irlandesi, i Dalmata, ma si stanno facendo notare anche i Labrador e, talvolta, qualche Pastore Tedesco. 

Esistono soluzioni al problema?

Poiché in tutte le forme allergiche i risultati della prevenzione superano (anche per durata) quelli ottenuti con le terapie, la prima regola è quella di individuare l'allergene responsabile della reazione e, se è possibile, evitare che l'animale entri in contatto col medesimo.
Ad esempio, nel caso di una allergia nei confronti di una fibra tessile, sarà indispensabile che il soggetto non entri in contatto col tessuto incriminato; le difficoltà aumentano quando l'allergia è di tipo inalatorio, poichè risulta impossibile impedire il contatto con un polline trasportato dal vento.
L'impiego di farmaci antiallergici, come i corticosteroidi o gli antistaminici, garantisce una limitazione degli effetti locali e sistemici della forma allergica, tuttavia comporta:

- un indebolimento delle difese anticorpali = maggior suscettibilità alle malattie, soprattutto nei cuccioli;

- un riassorbimento del calcio dalle ossa = indebolimento dello scheletro;

- un'azione abortigena = rischio per le femmine gravide.

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